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Sanità: la Regionedichiara guerra ad Asti
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Sanità: la Regione
dichiara guerra ad Asti

Il primo ad usare la parola “guerra” è stato il presidente Sergio Chiamparino ma che i rapporti tra l’amministrazione astigiana e quella regionale siano tesi non è mistero. Però, durante la conferenza stampa di fine anno, Chiamparino è tornato sulle proteste dei sindaci contro la riforma della Sanità (per Asti significa perdere 12 reparti al Massaia) e, non senza mancare di diplomazia, ha fatto capire che non potrà esistere una trattativa con chi farà ricorso al TAR…

Il primo ad usare la parola “guerra” è stato il presidente Sergio Chiamparino ma che i rapporti tra l’amministrazione astigiana e quella regionale siano tesi non è mistero. Però, durante la conferenza stampa di fine anno, Chiamparino è tornato sulle proteste dei sindaci contro la riforma della Sanità (per Asti significa perdere 12 reparti al Massaia) e, non senza mancare di diplomazia, ha fatto capire che non potrà esistere una trattativa con chi farà ricorso al TAR: «C’è spazio per aggiustamenti, da effettuare a parità di risorse, tempi e qualità del servizio – ha detto – Ma una pubblica amministrazione in lite non fa accordi: chi vorrà ricorrere al TAR è legittimato a farlo, ma poi bisognerà aspettare di vedere cosa dicono i giudici. C’è un rapporto inversamente proporzionale tra le probabilità di aggiustamento e le modalità dei ricorsi. Noi siamo abituati a ragionare con le amministrazioni dal punto di vista politico – ha concluso il presidente della Regione – Altrimenti “a la guerre comme a la guerre”».

Insomma, in guerra come in guerra, adattandosi alle circostanze. Parole durissime che non sono piaciute al consigliere comunale/provinciale Angela Quaglia promotrice della raccolta firme a difesa della Sanità astigiana culminata con oltre 20.000 adesioni. «Dopo aver approvato in Giunta Regionale un Piano di riorganizzazione senza consultare nessuno – scrive Quaglia in una lettera aperta a Chiamparino – lei afferma che non cederà ai campanilismi. Presidente, ma lei l’ha letta la delibera che ha approvato? Perchè ad Asti, chiudendo 12 reparti (e non, come è stato detto inizialmente, eliminando 12 primari), si mina in modo irreversibile la funzionalità stessa dell’ospedale, che è nuovo, è costato molte risorse alla Regione e alla locale Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, ha eccellenze in molti campi e attira una mobilità attiva da altre zone del Piemonte, oltre a rispondere compiutamente alle esigenze sanitarie e di prevenzione della popolazione astigiana che lei sa, presidente, essere fortunatamente piuttosto longeva».

L’allusione alla guerra usata da Chiamparino è poi un altro motivo di frizione tra Asti e la Regione. «La preoccupazione popolare ha indotto (giustamente) l’amministrazione comunale di Asti, e noi speriamo anche la Provincia come capofila di tutti i Comuni, a proporre ricorso contro tale delibera» taglia corto Angela Quaglia rimandando al mittente i toni bellici espressi dal presidente. Come in tutte le guerre, combattute o meno, c’è sempre spazio per una trattativa ed è proprio Quaglia a tendere una mano, forse per l’ultima volta, a Chiamparino: «Se lei verrà ad Asti in tempo utile per intavolare democraticamente una trattativa noi siamo disponibili. In quella occasione le consegneremo anche le firme che abbiamo raccolto – conclude – Se invece la sua concezione di democrazia è quella di farci dire di sì, anche se non siamo d’accordo, sappia che non ci fermeremo qui. A la guerre comme à la guerre».

Intanto venerdì ci sarà una nuova iniziativa per tenere alta l’attenzione sul caso in attesa che l’assessore regionale Saitta incontri i rappresentanti delle istituzioni astigiane. Il Comitato dei lavoratori dell’Asl AT a difesa dell’ospedale,  quello dei cittadini e associazioni di pazienti e volontari ospedalieri promuovono, dalle 16 alle 19 nella piazza interna al Massaia, una serie di letture, testimonianze, musica e interventi istituzionali. Tra i presenti anche il vescovo Ravinale, il sindaco Brignolo, il consigliere Quaglia, gli attori Patrizia Camatel, Mario Nosengo e Federica Tripodi con i musicisti Sergio Pesce e Maurizio Perissinotto che accompagneranno la cantante Maria Rosa Negro. L’appuntamento sarà condotto dalla giornalista Laura Nosenzo.

Riccardo Santagati

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