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Sanità piemontese, «tra intramoenia e nuovo piano, quel che non c’è è la considerazione per l’eguaglianza»

Alberto Deambrogio, segretario regionale del PRC-SE piemontese, interviene nella discussione sulle novità del Paino Sanitario Regionale

Riceviamo e pubblichiamo.

“La libera professione intramuraria – ha dichiarato Alberto Deambrogio, segretario regionale del PRC-SE piemontese – costituisce una delle tante modalità di fruizione di prestazioni a pagamento, fonte di ineguaglianze e iniquità in un contesto che non riesce più a garantire i livelli di assistenza propri del Servizio Sanitario Nazionale. Il Consiglio regionale del Piemonte ha appena approvato una legge in materia con lo scopo di uniformare l’esercizio dell’attività libero-professionale intramuraria sul territorio regionale dichiarando la presenza di interpretazioni soggettive da parte delle aziende sanitarie. Il testo approvato non contiene alcuna indicazione specifica e rimanda all’emanazione di un regolamento”.

“Se le imperfezioni presenti sul territorio regionale sono soprattutto dovute alla variabilità con cui le norme vengono interpretate, appare forse improprio un intervento da parte del legislatore regionale. Di norme (nazionali e regionali) ce ne sono già molte. Il problema sta nel farle applicare adeguatamente! Anche nel recente passato la Regione ha regolamentato la libera professione attraverso semplici strumenti amministrativi emanati dei suoi organi di governo che, evidentemente, non sono stati sufficienti a uniformare i comportamenti aziendali. Sarebbe interessante sapere, ad esempio, se il Consiglio regionale intende affrontare i numerosi e annosi impedimenti organizzativi che ostacolano l’esercizio uniforme della libera professione (la carenza di spazi e di attrezzature, l’inadeguatezza dei sistemi di prenotazione, ecc.) e quali strumenti e risorse pensa di mettere in campo. A nessuno è venuto in mente però, nemmeno ai rappresentanti dell’opposizione PD in testa, di contestare in radice questa istituzione, certo difficile da organizzare e controllare, ma che andrebbe tolta di mezzo perché inaccettabile sul terreno delle ineguaglianze che genera”.

“Sul versante del nuovo Piano sanitario – ha continuato Deambrogio – l’assessore Riboldi spinge per un voto in agosto ma sinora ha portato in giro una versione impoverita di un documento preparato all’università Bocconi, da cui sono spariti tutti i dati numerici più interessanti: quattro parole d’ordine sono un Piano? Ciò che andrà in Consiglio certo non lo è. Forse Riboldi non lo sa o non vuole tenerne conto, ma come fare la programmazione sanitaria in Piemonte sta scritto nella legge 18 del 2007, che prevede tra le altre cose i profili e piani di salute, i piani di azione delle ASL e soprattutto è improntata a un percorso decentrato sinora totalmente mancato”.

“Quella norma – ha concluso Deambrogio – aveva al centro anche l’esigenza dell’indicazione certa delle risorse da dedicare, quelle che oggi sono diventate una vera chimera a causa di una classe politica regionale che non si trova a dover gestire un disavanzo notevole e di una nazionale, di centrodestra come di centro sinistra, dedita alle spese per invio di armi, riarmo o nuovo esercito europeo”.

Partito della Rifondazione Comunista
Comitato regionale del Piemonte e della Valle d’Aosta

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Una risposta

  1. Attualmente la realtà sanitaria piemontese è questa :
    – se hai i soldi o una buona polizza sanitaria puoi fare gli esami,
    le visite mediche e gli interventi chirurgici in tempi ragionevoli.

    In caso contrario speri in Dio se sei credente oppure nel destino…

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