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Sanità, Scognamiglio e Quaglia contestano Brignolo
Attualità

Sanità, Scognamiglio e Quaglia contestano Brignolo

Il sindaco Brignolo, intervenendo sullo stato della Sanità astigiana, sul Cardinal Massaia e sulle integrazioni ai progetti per l’ospedale della Valle Belbo, usa l’espressione «fuori dal tunnel»

Il sindaco Brignolo, intervenendo sullo stato della Sanità astigiana, sul Cardinal Massaia e sulle integrazioni ai progetti per l’ospedale della Valle Belbo, usa l’espressione «fuori dal tunnel» per evidenziare che sono partite le procedure di assunzione di nuovo personale, che la soppressione di alcune “Soc” non ha comportato la perdita di servizi e che si è avviato un nuovo percorso sul fronte ospedaliero e della rete territoriale «che sta dando finalmente buoni frutti» (vedi l’intervento a lato).

I consiglieri di minoranza Massimo Scognamiglio (Federazione della Sinistra) e Angela Quaglia (Forza Italia), facenti parte dell’Osservatorio sulla Sanità astigiana, in un articolato intervento spiegano perché, secondo loro, il punto di vista del sindaco è troppo idilliaco, «mentre dovrebbe usare maggiore cautela e quel tunnel, del quale lui vede l’uscita, gli apparirebbe magari più lungo, e anche in salita».

I consiglieri, invitando il sindaco a verificare sul campo con più frequenza ciò che sta succedendo all’ospedale, a cominciare dal pronto soccorso, ricordano «i tempi biblici per fruire di alcune prestazione»: cataratta, ernia inguinale, ad esempio, ma aggiungono le attese in urologia e chirurgia. Anche sulla funzionalità delle sale operatorie, Scognamiglio e Quaglia evidenziano che «su un totale di tredici di cui dispone il Massaia, solo sei o sette funzionano quotidianamente per la mancanza di anestesisti, operatori di sala, infermieri: è come avere una Ferrari e farla correre in via Cavour».

In una nota stampa diffusa dai consiglieri emerge molta preoccupazione per la mancanza di numerosi primari che, per vari motivi, non sono più in servizio: «Al momento sono vacanti i Primariati di urologia, malattie infettive, nefrologia, chirurgia; – ricordano – solo per l’ortopedia è stato svolto il concorso per il primariato. Sulle strutture declassate pare inutile continuare a discutere con chi non vuol sentire: il depotenziamento da struttura complessa (Soc) a semplice, pur non costituendo, al momento, riduzione di servizi ai cittadini, segna, nei fatti, il declino della nostra struttura sanitaria».

Critiche anche sul cantiere dell’ospedale del sud Astigiano: «L’Asl andrà ad indebitarsi con un pesante mutuo per attivare parte del completamento del cantiere senza la necessaria chiarezza relativa sia all’effettivo concorso dei privati, sia ai servizi da allocare nella struttura. Agitare l’inserimento dell’Hospice – continuano i due consiglieri – pare la “foglia di fico” che copre la mancanza di un fattibile programma per tutto il territorio. Intanto dall’apertura del “nuovo” ospedale sono passati dieci anni e la struttura necessita di andare alla rapida sostituzione di tutte quelle tecnologie diagnostiche ormai usurate. Speriamo che, al fondo del tunnel di Brignolo, ci siano le risorse economiche per provvedere».

Riccardo Santagati

La lettera del sindaco Brignolo

Intervengo nel dibattito tra consiglieri comunali, cittadini e Azienda sanitaria, sviluppatosi sui giornali, proprio a un anno dall’insediamento del nuovo direttore generale della nostra Asl.

La riorganizzazione della rete

Come sindaco del capoluogo sono stato parte attiva del confronto, anche “ruvido”, sviluppatori con la Regione, sulla riorganizzazione della rete ospedaliera. La mediazione raggiunta in quella occasione e la successiva azione della nuova direzione generale dell’Asl, hanno segnato l’avvio di un nuovo percorso che, sia sul fronte ospedaliero, che della rete territoriale, sta dando finalmente buoni frutti.

L’uscita dal tunnel

Si sono sbloccate (dopo lunga attesa) le assunzioni del personale e l’assegnazione dei primariati. La soppressione di alcune “Soc” non si è trasformata in una riduzione del servizio ai pazienti, mentre per alcuni casi specifici (ad esempio per gli infettivi) siamo ancora nel guado e stiamo lavorando per uscirne nella direzione migliore. L’Asl ha aderito alla carta dei diritti del malato al Pronto soccorso, proposta da Cittadinanzattiva e Tribunale dei diritti del malato, istituendo uno specifico gruppo di lavoro. Sul tema dell’hospice si è passati dal nulla totale (il protocollo ipotizzato anni fa da Comune e Asl non venne mai neppure sottoscritto dalla Provincia di Asti) alla previsione dei posti letto hospice nel costruendo presidio della Valle Belbo. La ripresa dei lavori per l’ultimazione dei Centri di assistenza primaria del Nord Astigiano e l’avvenuto reperimento delle risorse per completare la costruzione dell’ospedale della Valle Belbo, fermo da anni, sono un risultato importantissimo: con queste strutture la Provincia di Asti sarà, in ambito regionale, una delle più dotate dal punto di vista dell’edilizia sanitaria.

Il lavoro da fare

Pare quindi intravedersi la fine del tunnel, che dovrebbe arrivare con il superamento del famigerato “piano di rientro”, anche se non manca il lavoro ancora da fare, in particolare sulle questioni collegate a pronto soccorso, posti letto e ricoveri. Su questi punti fondamentali gli amministratori locali si confrontano con l’Asl attraverso la Conferenza dei sindaci. Per favorire la conoscenza delle problematiche e il confronto sulle possibili soluzioni ho anche chiesto alla Presidente del Consiglio Comunale di convocare la conferenza dei capigruppo, invitando a parteciparvi anche la direttrice dell’Asl e l’ordine dei medici.

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