«Una missiva dai toni distesi e con proposte non esaustive ma di buon senso, che auspichiamo diano forza e coraggio alla filiera e alle istituzioni nazionali nell’intraprendere con determinazione soluzioni a vantaggio di tutta la filiera» precisano.
La lettera offre una fotografia dell’annata agricola in corso, invero sollevata dall’annosa piaga della siccità, piegata però dai crescenti costi di lavorazione nei vigneti che creano un disequilibrio antieconomico nei bilanci delle aziende. I produttori nostrani propongono il controllo del prezzo del gasolio e contributi alle assicurazioni contro le emergenze climatiche affinché gli agricoltori non rimangano in balia del maltempo.
Tra gli argomenti, l’ormai endemico problema della richiesta di manodopera: «oggi per grande parte soddisfatta dalle cooperative di lavoratori – precisano – però è una soluzione spesso insostenibile per i costi elevati e per la difficoltà di gestire personale straniero molte volte esposto a irregolarità. Un’emergenza costante del settore per la quale servono soluzioni di grande respiro che partono dalla gestione dei flussi d’immigrazione, toccano il Decreto Cura Italia e l’estensione del grado di parentela dal quarto sino al sesto per l’espletamento di lavoro in forma di aiuto gratuito e transitorio».
L’analisi del mercato evidenzia una costante sofferenza, proiezioni che fluttuano tra alti e bassi, speculazioni su prezzi e distribuzione. «La filiera deve riconoscere la giusta remunerazione ai produttori di uve, coltivatori coraggiosi senza i quali non si avrebbero i vini d’eccellenza che rappresentano la nostra regione e la nostra Nazione in tutto il mondo» concludono.