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Roberto Rosso
Attualità

Scalpore per l’arresto dell’assessore regionale Roberto Rosso

L’operazione è scattata all’alba. In carcere altre sette persone

Grave accusa: scambio elettorale politico-mafioso

Ha destato scalpore l’arresto, all’alba di oggi, di Roberto Rosso, 59 anni, avvocato, rappresentante di Fratelli d’Italia, assessore regionale con deleghe ai rapporti con il Consiglio di Palazzo Lascaris, delegificazione e semplificazione dei percorsi amministrativi, affari legali e contenzioso, emigrazione e diritti civili e consigliere comunale a Torino. L’accusa è grave: scambio elettorale politico-mafioso. Con lui sono finiti nella rete della Guardia di Finanza su richiesta della Dia altre sette persone. Secondo l’accusa, Rosso avrebbe chiesto voti ai clan in occasione della tornata amministrativa del maggio scorso. Gli arrestati, per gli inquirenti, avevano legami con le ‘ndrine presenti tra Torino e Carmagnola.

In carcere altre sette persone

Immediate le reazioni della politica. Il Governatore Alberto Cirio ha rilasciato la seguente dichiarazione. «Sono allibito per quanto accaduto. Un’accusa di questo tipo è la peggiore per chi vuole rappresentare le istituzioni ed è totalmente incompatibile con il nostro modo di vedere la vita e l’impegno politico. Per questo ci auguriamo – prosegue Cirio – che Roberto Rosso possa dimostrare quanto prima la sua totale estraneità ai fatti e confidiamo pienamente nel lavoro della magistratura».

Il Governatore Cirio: «Sono allibito»

Aggiunge il Governatore del Piemonte: «In queste ore Roberto Rosso mi ha fatto pervenire le proprie dimissioni che ho prontamente accettato, avendo già fatto predisporre la sua revoca non appena verificata la notizia appresa dalla stampa. Come governo regionale, infatti, non possiamo accettare che esista alcuna ombra e più che mai su un tema come quello della lotta alla mafia e alla criminalità, che sono per noi un principio irrinunciabile e per il quale abbiamo voluto costituire per la prima volta in Piemonte una specifica Commissione permanente sulla Legalità, La mafia – conclude Alberto Cirio – è il nemico, il male assoluto, E questo deve averlo ben chiaro chiunque voglia governare con me il Piemonte».

 

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