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Attualità

Scuola, il dirigente Franco Calcagno:
«Le novità tra formazione e autonomia»

Organico dell'autonomia, piano triennale dell'offerta formativa e alternanza scuola – lavoro. Sono ancora tante le "diramazioni" della legge 107 del 2015, ovvero la cosiddetta

Organico dell'autonomia, piano triennale dell'offerta formativa e alternanza scuola – lavoro.
Sono ancora tante le "diramazioni" della legge 107 del 2015, ovvero la cosiddetta "Buona scuola" del Governi Renzi, che saranno definite nel corso del prossimi mesi. Come spiega Franco Calcagno, dirigente dell'Ufficio scolastico territoriale (ex Provveditorato agli Studi).
Dott. Calcagno, sono terminate le fasi di immissione in ruolo dei docenti precari previste dalla legge 107?
«Tutte le fasi – denominate 0, A, B, C – sono concluse a livello di iter amministrativo. Nella grande maggioranza dei casi, quindi, i posti sono stati assegnati. In un numero molto limitato di scuole, invece, continua a manifestarsi una difficoltà che si protrae ormai da anni, ovvero la difficoltà di trovare insegnanti per alcune classi di concorso, per esempio per alcune materie tecnico-scientifiche».

Quindi il prossimo anno scolastico le scuole potranno contare su un corpo docente definitivo?
«No, nel senso che, come avviene per tutte le immissioni in ruolo, e quindi anche per la fasi della legge 107, i docenti assunti a tempo indeterminato devono superare un anno di prova e non hanno, per definizione, una sede definitiva, ma solo di servizio. In vista del prossimo anno scolastico, quindi, dovranno fare obbligatoriamente domanda di trasferimento per ottenere la sede di titolarità, che potrebbe anche coincidere con la sede di servizio. Ma non è detto».
Quest'anno sono aumentate le immissioni in ruolo rispetto agli anni scorsi?
«Sicuramente. I numeri di quest'anno sono decisamente superiori. Parliamo infatti, nell'Astigiano, di 82 posti assegnati nelle fasi 0 e A, 47 nella fase B (compresi i differimenti, cioè coloro che per quest'anno hanno deciso di mantenere la supplenza e hanno differito al prossimo anno l'assunzione, ndr), 145 nella fase C (escluse le scuole dell'infanzia). In tutti i casi i numeri citati comprendono il sostegno. Da sottolineare che la fase C è consistita nell'assunzione di docenti che non hanno una cattedra di riferimento ma possono essere utilizzati dalla scuola per esigenze interne, in un percorso decisionale che prevede ovviamente il coinvolgimento degli organi collegiali. Per esempio, per potenziare l'insegnamento di una lingua straniera o di matematica. Il tutto in linea con un'altra novità della legge 107, ovvero il Ptof».

Di cosa si tratta?
«Il Ptof è il Piano triennale dell'offerta formativa e affonda le sua radici sul Pof (il documento che presenta le scelte pedagogiche, organizzative e gestionali di una scuola, esplicitando le finalità educative, gli obiettivi generali relativi alle attività didattiche e le risorse previste per realizzarli, ndr). Dovrà essere presentato dalle scuole entro il 15 gennaio e dovrà anche contenere gli esiti del Rav, il documento di autovalutazione da poco redatto dalle scuole, che contiene una "radiografia" di un singolo istituto citando punti di forza e criticità, da cui dedurre un piano di miglioramento».
«Nell'ambito del Ptof, quindi, le scuole potranno richiedere un vero e proprio organico dell'autonomia».
A questo punto, però, ci si scontra con il capitolo "fondi"…
«Sì, nel senso che le richieste delle scuole potranno essere accolte soltanto all'interno di un budget che sarà definito a livello nazionale».
Un nuovo passo verso l'autonomia scolastica, quindi?
«Sì, questi adempimenti vanno a completare il processo di autonomia iniziato nel 2000. Con la legge 107, infatti, le scuole hanno un'ottima occasione per aumentare il livello di autonomia e di responsabilità».

Quali altri punti della legge sono ancora da definire?
«Prima di tutto l'alternanza scuola – lavoro, che propone obiettivi interessanti. Infatti prevede di coinvolgere in stage ed esperienze in azienda anche gli studenti dei licei, in passato esclusi, e di coinvolgere in altro modo, per esempio attraverso percorsi di orientamento al lavoro e alle professioni, gli alunni delle scuole medie».
In concreto come potrà essere organizzata? Sembra che si stiano profilando alcune difficoltà concrete nella realizzazione di questo punto…
«L'Ufficio scolastico regionale sta redigendo specifici protocolli di intesa con le associazioni di categoria in modo da superare eventuali criticità, come l'impatto tra numero di studenti coinvolti e aziende, anche perché stiamo parlando di tessti produttivi, come quello Astigiano, che comprendono numerose ditte piccole e medie. Possi dire che la novità è stata accolta dalle aziende con caldo entusiasmo, in parte mitigato da queste difficoltà di carattere organizzativo. Ma i protocolli serviranno appunto a risolverle».
Cosa cambierà per la figura del dirigente scolastico?
«Avrà più responsabilità, ma il tutto è in via di definizione da parte di un'apposita commissione di lavoro a livello regionale».

Per il prossimo anno sarà risolto il problema degli incarichi di reggenza dei dirigenti scolastici? Il concorso per nominare nuovi dirigenti è stato bandito?
«No, quindi penso che il prossimo anno la situazione non cambierà. Faccio presente che ad oggi quasi tutti i dirigenti scolastici nell'Astigiano hanno un incarico di reggenza, ovvero un doppio incarico per coprire i posti vacanti».
Nelle scuole si moltiplicano le iniziative di genitori e associazioni per raccogliere fondi e pagare corsi o progetti di vario tipo. Addirittura i genitori imbiancano le scuole nelle vacanze, docenti volontari sistemano le biblioteche d'estate e si organizzano serate con le ditte che vendono materassi per raccogliere fondi. Il sistema non regge più? Quale la situazione dei fondi di istituto?
«Effettivamente negli anni precedenti il calo delle risorse a disposizione delle scuole è stato abbastanza drammatico. Però devo sottolineare che quest'anno la legge 107 ha rimpolpato i fondi a disposizione degli istituti per le spese vive di gestione, come l'acquisto di materiale. Per quanto riguarda gli interventi di manutenzione, invece, sono competenti gli Enti locali».

Elisa Ferrando

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