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Attualità

Sel riparte da Elena Pascali, 29 anni
«No ad Agrivillage, nuove politiche sull'abitare»

Dopo una riorganizzazione sul territorio appena conclusa, al termine della quale sono stati eletti i nuovi organismi dirigenziali locali, Sel torna ad essere protagonista della vita politica e sociale

Dopo una riorganizzazione sul territorio appena conclusa, al termine della quale sono stati eletti i nuovi organismi dirigenziali locali, Sel torna ad essere protagonista della vita politica e sociale di Asti. Ne abbiamo parlato con Elena Pascali, 29 anni, neo coordinatrice della Federazione astigiana.

A distanza di quasi 2 anni dalle elezioni amministrative nelle quali Sel è stata "scaricata" dal sindaco Brignolo in favore dell'accordo politico con l'Udc, che cosa rimane della sezione astigiana e quali sono le priorità che vi siete dati con il rinnovo della Segreteria?
«Il sindaco Brignolo ha deciso di far prevalere la pratica delle larghe intese spostando decisamente a destra l'asse del suo governo. La Federazione astigiana di Sel, rinnovata nei suoi organismi direttivi, intende proseguire il percorso intrapreso con il Comitato Oppure Vendola Asti nato durante le primarie del centro sinistra. La priorità della Federazione è quella di porre le basi affinché si discuta, finalmente, di lavoro, formazione, welfare locale, qualità della vita e dell'ambiente e di una nuova e diversa programmazione urbanistica. Lavoreremo per una città solidale, sociale ed europea. In questa direzione siamo impegnati a sostenere alle elezioni europee la lista "Un'altra Europa con Tsipras" in quanto crediamo in un'Europa dei diritti e dei popoli e non delle banche».

Sel chiede un confronto con il sindaco per discutere delle emergenze sociali, occupazionali e ambientali che insistono sul territorio. Come giudicate l'operato della Giunta fino a questo momento?
«Sel preferisce incontrare prima la parte vitale della città rappresentata dall'associazionismo, spesso più viva della politica istituzionale, incontreremo quindi gli assessori che s'interfacciano con le esigenze e le richieste della società civile per poi confrontarci con il sindaco. E' necessario dopo due anni di immobilismo, salvo rare eccezioni, un cambiamento di rotta nella nostra città che ci faccia dire… "eppur si muove"».

Il consigliere regionale del PD Angela Motta, commentando su Facebook la vostra richiesta di svolgere le primarie per scegliere il candidato alla presidenza della Regione, replica che già c'è, riferendosi a Sergio Chiamparino, e lo definisce "forte", "autorevole" e "vincente". Cosa risponde?
In verità la consigliera ha parlato di "ricatto" di Sel. Per noi le primarie sono una forma di partecipazione democratica. Non crediamo nell'uomo solo al comando. Crediamo invece nell'espressione di una linea politica e programmatica partecipata e condivisa che si confronti con l'elettorato. Se il PD sostiene che Chiamparino sia autorevole e vincente come candidato, sinceramente non vedo quale sia il problema a confrontarsi con un'autorevole candidatura quale quella di Airaudo. Oppure la consigliera ha un'idea di primarie solo quando servono al PD?»

Il caso delle occupazioni di immobili, pubblici e privati, ha scatenato una serie di polemiche non da ultima quella sull'ordinanza di sgombero dell'ex Mutua che il sindaco ha firmato per motivi di sicurezza. Come affrontereste la questione che non può essere neanche considerata un'emergenza dal momento che si trascina da anni?
«Il problema dell'abitare è ormai un problema strutturale che è reso ancora più grave dalla precarietà del reddito e da canoni insostenibili. Da una recente inchiesta del quotidiano inglese The Guardian è emerso che in Europa ci sono circa 11 milioni di case sfitte e 4,1 mil. di senzatetto. In Italia, dati del 2012, sono circa 2 milioni le case vuote. Case sfitte e città piene di sfrattati, c'è qualcosa che non funziona. Le risposte non possono essere di tipo emergenziale né tantomeno repressivo. E' tempo di scelte chiare e coraggiose che diano una prospettiva a medio-lungo termine. Occorre avviare un percorso che individui risorse e strumenti per rendere operative nuove ed efficienti politiche sull'abitare».

Porta del Monferrato e Agrivillage, due maxi progetti che potrebbero portare lavoro sulla città. Voi non siete convinti che daranno dei benefici. Perché?
«Nel programma condiviso con Brignolo alle primarie vi era una valorizzazione del centro e del piccolo commercio e uno stop alla grande distribuzione. L'Agrivillage è una struttura che si rivolge al territorio del nord-ovest ma che, inevitabilmente, inciderà come La porta del Monferrato anche sulle attività del piccolo commercio. Questi progetti offrono una immagine del territorio completamente falsata, opposta alle priorità di Sel per un'agricoltura di qualità e innovativa. Quali vantaggi avranno gli agricoltori dall'intermediazione di operatori commerciali del genere? Il comune dovrebbe impiegare le proprie risorse per valorizzare il più grande territorio agricolo del Piemonte invece di impiegare le proprie strutture a vantaggio dei soliti imprenditori. Sul lavoro, poi, non prendiamoci in giro. È insito nella grande distribuzione sostituirsi alla piccola utilizzando meno lavoro. Altra manna che l'amministrazione comunale attende sono gli oneri di urbanizzazione. Ma occorre smettere di drogare il bilancio comunale con tali contributi. Se l'unico pensiero di Brignolo è un'Asti in miniatura, farebbe meglio a convocare le associazioni agricole e di categoria che hanno espresso idee concrete sul futuro della nostra città».

Riccardo Santagati

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