«Certo è strano – spiega il portavoce dei cittadini – da un lato ci dicono di stare tranquilli che nulla è stato deciso, dall’altro si scaricano brande e materassi. Vorremmo capire che succede»
A Sessant non si placano i timori per l’arrivo, ad oggi solo ipotetico, di una trentina di richiedenti asilo che troverebbero alloggio in un casa a ridosso della piazza principale, a fianco della pizzeria. Non sono bastate le rassicurazioni degli enti locali, in primis del prefetto, a stemperare i toni di una protesta culminata in una raccolta firme. «Siamo a 130 adesioni – spiega Piero Manzone, portavoce dei residenti – ma contiamo di raccoglierne ancora». Martedì pomeriggio alcuni abitanti hanno incontrato, proprio in piazza, l’assessore ai servizi sociali Piero Vercelli e il consigliere comunale Angela Quaglia, candidata a sindaco. Nessun passo indietro da parte dei cittadini che, a dire il vero, si sono detti ancora più preoccupati dopo aver visto un camion parcheggiato davanti alla casa in questione con un carico di materassi e brande destinate, si ipotizza, all’accoglienza dei profughi.
«Certo è strano – spiega il portavoce dei cittadini – da un lato ci dicono di stare tranquilli che nulla è stato deciso, dall’altro si scaricano brande e materassi. Vorremmo capire che succede».
Il mistero è stato spiegato dal sindaco Fabrizio Brignolo: «Si tratta di un’iniziativa autonoma della cooperativa perché non c’è nulla di stabilito; anzi, abbiamo parlato con il prefetto chiedendogli di tenere conto di un equilibro territoriale per non sovraccaricare la frazione». Esattamente ciò che sostengono i residenti: poco meno di trenta profughi, in un paese con meno di cento abitanti, è un numero troppo alto per non creare problemi di convivenza e tensioni poco utili a un loro tranquillo inserimento nel contesto abitativo.
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Riccardo Santagati