Diffidenza, paura, delusione, demotivazione accompagnano la corsa al Natale di questi lavoratori, titolari di negozi che fanno parte della storia di Asti
A una decina di giorni dal Natale, siamo andati in piazza Statuto per parlare con i commercianti e capire con loro come stia andando lo shopping natalizio, se ci sia “movimento” e se la pista di pattinaggio, aperta da un paio di settimane, sia effettivamente stata un volano per gli affari. Parlando con numerosi esercenti della zona viene fuori un quadro abbastanza critico che interessa il Natale, ma che si allarga a ben altri problemi del quartiere, e più in generale della città. Di certo è significativo che gli esercenti, quasi tutti, abbiano chiesto l’anonimato, alcuni «per non avere grane con nessuno», altri «perché abbiamo paura, con la gente che c’è qui, soprattutto la sera, dove sembra di essere in una “casbah”». Diffidenza, paura, delusione, demotivazione accompagnano la corsa al Natale di questi lavoratori, titolari di negozi che fanno parte della storia di Asti.
Meglio la pista da ghiaccio del bruco mela, ma…
«Rispetto a quella pessima trovata di mettere il bruco mela, come successo in passato, la pista di pattinaggio su ghiaccio è stata un’idea più intelligente, più in tema col Natale, ma dire che abbia portato tutta questa gente a fare acquisti in centro non ci risulta – spiega una commerciante – Il Natale astigiano è triste, molto triste, ma mancano i soldi e non possiamo dare tutta la colpa al sindaco o a questa amministrazione». L’opinione diffusa è che il Natale di Asti, ovvero l’offerta natalizia della città, non sia per nulla appetibile e soprattutto, poco pubblicizzata, un po’ come successo domenica per corso Dante dove la Natività animata è stata seguita da pochi intimi arrivati lì per caso. «Il Natale astigiano è morto, la pista non funziona per incrementare lo shopping e aver tolto i parcheggi dalla piazza ha dato la mazzata finale in una situazione già molto critica – racconta un’altra commerciante – Almeno ci dessero sei mesi di parcheggi in autunno e in inverno, e altri sei di area pedonale durante la bella stagione, così i clienti verrebbero perché da quando li hanno tolti siamo stati dimenticati».
Piazza buia, i negozianti hanno paura
Sotto i portici di piazza Statuto brillano le luminarie installate dai commercianti e risuona la musica che si pagano di tasca loro (Siae compresa), mentre sulla pista da pattinaggio le luminarie sono state installate dai gestori dell’impianto. «Da quando hanno aperto la pista c’è più movimento e la piazza è meno buia, ma il Natale astigiano sbanda in curva e forse se avessero organizzato qualche manifestazione di richiamo avremmo avuto un altro riscontro – racconta uno degli storici negozianti dei portici – Le luminarie del Comune, ad esempio, sono abbastanza tristi e ho clienti che vanno al Borgo perché lì c’è più luce. Un’altra mia cliente, che viene da Canelli, si è impressionata del buio, dei negozi che chiudono e preferisce andare ad Alba».
Di certo il commento più duro è quello di una signora che, dopo aver lavorato in diversi negozi, anche nel centro commerciale, si trova oggi in piazza Statuto e l’ha vista spegnersi giorno dopo giorno. «E’ buia, sembra un cimitero, la pista da pattinaggio non porta nulla e la chiusura della piazza, togliendo i parcheggi, è stata un errore. Quando fa buio c’è da chiudersi dentro: io sono stata derubata da poco e state pur certi che le cose peggioreranno». Parole riprese da una collega che lavora poco distante: «Il centro di Asti è defunto, i negozi chiudono, sta diventando un deserto e se si va in via Cavour, di notte, sembra il Bronx».
Cresce il commercio on line
I commercianti di piazza Statuto sono ben consapevoli che la crisi, la mancanza di lavoro e i portafogli vuoti, almeno in molte famiglie astigiane, sono i principali problemi della città da cui poi discendono le criticità anche del Natale. Ma quasi tutti sono concordi nel dire che, al di là dei centri commerciali («dove la gente va perché trova parcheggi, anche al coperto»), cresce la concorrenza dello shopping on line contro cui è impossibile essere competitivi sui prezzi, mentre si deve puntare al rapporto umano con i clienti e all’assistenza post vendita. «C’è gente che entra, guarda la merce, chiede di fare delle foto e poi non la vedi più. E’ probabile che poi acquistino on line, ma questo capita soprattutto su un target più giovane» racconta uno di loro. Per contrastare i colossi del web, alcuni commercianti si sono specializzati in prodotti che non si trovano on line, o comunque puntando su uno specifico settore. Ma c’è chi non vede così nero. «La pista funziona e se fossi stato il sindaco avrei pensato a qualcosa di simile – racconta un altro commerciante – Personalmente sono favorevole alla pedonalizzazione, anzi bisognerebbe farne molta di più e la riapertura di via Sella non ha fatto altro che portare parcheggio selvaggio. Credo che a qualcuno farebbe bene viaggiare nel nord Europa e vedere come funzionano le cose da quelle parti». Ma il bilancio dello shopping natalizio sarà fatto solo dopo il 25 dicembre pensando già ai saldi invernali.
Riccardo Santagati