E' stato soprattutto il tema della prossima apertura dell'hub per richiedenti asilo politico al centro dell'assemblea indetta giovedì sera a Castello d'Annone dal capogruppo di
E' stato soprattutto il tema della prossima apertura dell'hub per richiedenti asilo politico al centro dell'assemblea indetta giovedì sera a Castello d'Annone dal capogruppo di minoranza Pierpaolo Sobrino con i suoi consiglieri. E' infatti stato confermato il passaggio di consegne della ex caserma aeronautica alle porte del paese dal patrimonio del Ministero della Difesa a quello degli Interni. Una cessione a tempo di record, per i parametri della burocrazia italiana fra grandi amministrazioni, allo scopo di predisporre un nuovo centro di prima accoglienza piemontese in grado di far fronte ai continui arrivi di profughi in fuga da Paesi in guerra o in miseria. Un progetto già noto alla fine di luglio ma rispetto al quale, nei giorni scorsi, è emersa una novità: non si aspetterebbe più la ristrutturazione delle camerate e di altri spazi comuni al coperto per dare via all'accoglienza ma, in attesa di questi lavori, verrebbero già allestite delle tendopoli nei piazzali e nelle ampie zone di manovra.
Un'ipotesi confermata dalla Prefettura che però non ha certezze nè di tempistiche, nè di capienze (anche se inizialmente si parla di almeno cento posti a disposizione con possibilità di aumentare). Le tempistiche sono dettate, ad oggi, dagli esiti dei sopralluoghi di Arpa e Asl sulla salubrità e la sicurezza ambientale del sito; una volta ottenuto l'ok verrà passata alla Croce Rossa di Asti la richiesta di allestimento e volontari e militi, nel giro di 72 ore, saranno pronti ad accogliere i primi profughi. Ma Castello d'Annone è pronta ad accogliere sul suo territorio quello che diventerà il secondo hub piemontese dopo Settimo o, in alternativa, quello di riferimento delle tre province del sud Piemonte? «Preoccupazione se ne avverte molta – spiega Pierpaolo Sobrino promotore dell'assembela pubblica – ma, tranne qualche rarissima eccezione, non si respira aria di contrarietà all'accoglienza. Anzi, in molti a fine serata si sono avvicinati per chiedere come possono iniziare ad attivarsi per fornire ciò di cui i rifugiati possano aver bisogno».
Quello che alla gente non piace è la mancanza di coinvolgimento nei processi decisionali: «In tanti invece si chiedono perchè la decisione sia passata sulle loro teste e non si sia invece potuto avere informazioni precise e qualificate su quanto ci si apprestava a fare alla ex caserma. Hanno la sensazione di una scelta imposta dall'alto e questo non aiuta ad alimentare lo spirito di accoglienza – risponde Sobrino che aggiunge – la richiesta comune è stata di garantire il controllo della situazione in modo da non farla degenerare, visto il notevole passaggio di persone che si presume all'apertura dell'hub».
Daniela Peira