La politica, la competenza e la classe dirigente. Se ne parla grazie a un confronto sull’ultimo saggio di Giorgio Merlo edito da Marcianum che reca proprio questo titolo e che muove una severa critica alla politica del presente. L’occasione per discutere di questo tema sarà oggi (mercoledì) alle 17 in occasione dell’incontro che verrà trasmesso sulla pagina Facebook della Fondazione Giovanni Goria.
L’evento, realizzato appunto dalla Fondazione Giovanni Goria con la Fondazione Carlo Donat-Cattin, vedrà la presenza del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli in dialogo con Sergio Chiamparino, consigliere regionale (Pd), già sindaco di Torino e presidente della Regione Piemonte; Riccardo Molinari, Presidente del gruppo parlamentare della Lega alla Camera; Gianna Martinengo, imprenditrice e docente – membro IAB Panel Stoa Parlamento Europeo; Padre Francesco Occhetta, Gesuita e politologo.
A coordinare gli interventi – dopo le introduzioni di Marco Goria, presidente della Fondazione Giovanni Goria, Carlo Cerrato, segretario generale della Fondazione Giovanni Goria e Gianfranco Morgando, direttore della Fondazione Carlo Donat-Cattin – sarà il giornalista Giuseppe Novero.
Il libro di Giorgio Merlo
Il libro di Giorgio Merlo tenta di fornire alcune risposte attorno al recupero di qualità e autorevolezza della nostra classe dirigente politica e amministrativa. Un tema che deve innescare un dibattito che sia in grado di coinvolgere i partiti, la cultura, il mondo sociale e professionale e l’associazionismo.
Le tre parole presenti nel titolo scelto dall’autore – giornalista, parlamentare dal 1996 al 2013 e oggi sindaco di Pragelato – sono strettamente intrecciate tra di loro e sono, di fatto, indissolubili. Se la politica e i politici, e quindi anche i partiti, oggi vogliono recuperare credibilità tra i cittadini e autorevolezza nella pubblica opinione, non possono non porsi il tema della qualità della classe dirigente e, nello specifico, anche della sua competenza. Una richiesta che è divampata dopo l’emergenza sanitaria che ci ha colpiti ma che richiede, al contempo, risposte chiare e non più evasive, e cioè la capacità di saper indicare una prospettiva e perseguire un progetto politico senza appaltare il tutto all’improvvisazione, alla casualità e all’inesperienza indicati come elementi di netta discontinuità e di rottura rispetto al passato.
La prefazione del libro porta la firma di David Sassoli e parte dall’emergenza connessa alla pandemia, «un fenomeno globale – scrive – che è riuscito a fermare e a condizionare la vita del pianeta, destinato a consegnarci molte lezioni».
In Europa alcuni dei paradigmi che caratterizzavano la fase precedente sono crollati nello spazio di poche settimane, questo porta il presidente Sassoli a dire che la democrazia è un cantiere aperto che non può rinunciare a correggersi costantemente. «La pandemia non è una parentesi, ma un forte invito a proiettarci nel futuro».
E allora su quali temi in particolare si dovrà concentrare la politica?
Alla domanda risponde Carlo Cerrato, tra i promotori dell’iniziativa: «La politica dovrebbe avere la forza e il coraggio di ripensare sé stessa e mettere al centro valori e obiettivi. Ora è ridotta a mero esercizio tattico tra gruppi che si affrontano avendo come obiettivo l’esercizio del potere e non la soluzione dei problemi. La crisi ci dice che la politica deve tornare a pensare in grande, ovvero disegnare strategie di ampio respiro, offrire prospettive, immaginare un futuro migliore per le nuove generazioni».