C’è anche il torrente Belbo, nel tratto che scorre in provincia di Asti, tra i corsi d’acqua interessati dal progetto di pulizia straordinaria dei fiumi deciso dalla Regione Piemonte. La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla difesa del suolo Marco Gabusi, ha infatti approvato il terzo programma di lavori per la manutenzione e l’asportazione di materiale litoide nell’alveo dei corsi d’acqua piemontesi.
«Tutto ciò si è reso possibile grazie a un’innovativa delibera quadro approvata nel 2021 – fanno sapere dalla Regione – che prende spunto dalle buone pratiche manutentive dei nostri avi e che ha semplificato notevolmente le pratiche amministrative, consentendo l’individuazione di una serie di interventi e poi la ricerca di soggetti interessati a eseguirli con un meccanismo virtuoso per cui il privato asporta il materiale litoide e lo acquista per utilizzarlo nelle proprie attività di costruzione».
Questa modalità operativa, grazie a un’attenta pianificazione e alla collaborazione con imprese e soggetti privati, rappresenta un passo fondamentale nella protezione della pubblica incolumità e nella difesa del territorio dalle minacce idrogeologiche. Per questo terzo programma gli interventi in tutta la regione sono 121, di cui 18 nell’Astigiano.
In particolare il torrente Belbo sarà interessato da lavori per 40.000 metri cubi di materiale da asportare nei Comuni di Canelli, Castelnuovo Belbo, Incisa Scapaccino e Nizza Monferrato mentre altri interventi sono previsti sui torrenti Bormida di Millesimo e sul Bormida di Spigno, rispettivamente nei Comuni di Cessole, Loazzolo, Monastero Borbida, Sessame e di Mombaldone. Su questi rii in totale si andranno a rimuovere oltre 35.000 metri cubi di materiale.
«Continueremo a vigilare sull’attuazione tempestiva ed efficace di questi interventi, assicurando che ogni fase del processo sia condotta con trasparenza, rigore e attenzione al bene comune. – commentano il presidente della Regione Cirio e l’assessore Gabusi – Siamo fermamente convinti che solo attraverso un impegno concreto e coordinato possiamo preservare e valorizzare il nostro territorio, assicurando un futuro migliore per le generazioni a venire».
[nella foto il Bormida tra Castellazzo e Cantalupo]