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Sicurezza e lavoro, ma anche Alfieri e motocross
Attualità

Sicurezza e lavoro, ma anche Alfieri e motocross

Il sindaco di Asti Maurizio Rasero ha illustrato i sette pilastri su cui punterà durante il suo mandato: sicurezza, sviluppo, qualità della vita, territorio, sport, cultura e Palio

Il sindaco Rasero ha parlato 2 ore e 54 minuti per illustrare le linee programmatiche per Asti, quelle che lui chiama i sette pilastri. La durata record del suo intervento, poi “omologato” dal presidente del Consiglio Giovanni Boccia, gli ha permesso di entrare nel dettaglio su temi che considera strategici per il rilancio della città: sicurezza, sviluppo, qualità della vita, territorio, sport, cultura e Palio. Non hanno parlato gli assessori, particolare che è stato fatto notare, negativamente, dai consiglieri di minoranza, ma il sindaco ha comunque abbracciato tutti i temi principali collegati ai sette pilastri. Vediamone alcuni.

Sicurezza, priorità assoluta

Cavallo di battaglia in campagna elettorale, la sicurezza è stata analizzata a lungo e definita da Rasero «prioritaria», ma con specifiche aree di intervento. I campi rom, in particolare, hanno tenuto banco perché, ha spiegato, «tre astigiani su quattro dicono che il problema sicurezza sia nel campo rom e che bisogna chiuderlo riprendendo anche l’ordine del giorno approvato in Consiglio, quello sul superamento dei campi, sebbene non sia cosa che si faccia dalla sera alla mattina». Le regole vanno rispettate «e il loro modo di comportarsi crea problemi ad altri cittadini», ma «altre istituzioni prima di noi devono garantire la sicurezza». Come dire, ogni ente locale faccia la sua parte perché il Comune, situazione già nota ai più, non può vincere la battaglia sulla legalità da solo, soprattutto sui campi nomadi. Rasero è andato comunque oltre annunciando alcuni interventi che potrebbero essere realizzati in un progetto di sicurezza a 360°: incremento della videosorveglianza con nuove telecamere intelligenti, assunzione di alcuni agenti della polizia municipale, installazione di autovelox fissi sulle strade più pericolose, sgombero degli edifici occupati, contrasto alla prostituzione, basta profughi («il mio parere personale – ha detto Rasero – è che la gestione nazionale dei profughi sia una schifezza totale che consente di creare business») e ricostruire il servizio di protezione civile.

Lo sviluppo

«Questa città è abbastanza morta dal punto di vista economico e commerciale» ha poi esordito Rasero parlando di sviluppo economico e rilancio occupazionale. Anche per lui, come già avvenuto per l’ex sindaco Brignolo, è necessario attirare investitori ad Asti con una serie di agevolazioni, «ma noi, sul tema lavoro, cercheremo di non rompere le scatole», ovvero «essere un po’ più elastici» e quindi meno burocrati, pur nel rispetto delle leggi e delle normative. «Non sarò per i no a priori, troppe volte non abbiamo colto occasioni a forza di dire no – ha poi detto Rasero – La stragrande maggioranza dei cittadini che ho incontrato in questi giorni ha problemi di occupazione e noi abbiamo bisogno di persone che investano in città».

Qualità della vita

«Ad Asti sono troppe le persone che soffrono, che vivono alla giornata, e di loro dobbiamo occuparci» ha poi spiegato il sindaco passando al terzo pilastro. Il Comune tenterà di agevolare le famiglie che intendano tenere in casa gli anziani «cercando di favorire la loro autonomia personale», ma ci sarà massima allerta sull’ospedale «per bloccare eventuali nuovi ridimensionamenti» e per migliorare la situazione del pronto soccorso. Importante sarà anche la tutela della bigenitorialità e dare più attenzione alle necessità delle mamme.

Ambiente e territorio

Rasero ha parlato di ambiente chiamando in causa l’Asp: «Ho l’impressione che si sia molto “torinizzata” e che faccia lavorare soprattutto imprese di Torino. Noi, invece, avvieremo ogni escamotage legale per far lavorare le aziende astigiane». Migliorare la pulizia, l’ordine e la buona manutenzione della città «per rendere Asti un gioiello» sarà la prima incombenza, ma l’amministrazione punta anche ad abbattere l’inquinamento, incentivare l’uso di auto elettriche, recuperare spazi per le piste ciclabili e si adopererà «per il riconoscimento di D.O.C. e D.O.C.G. per tutte le realtà vitivinicole astigiane e di D.O.P. per le più importanti produzioni agricole, garantendo così agli operatori agroalimentari la valorizzazione delle loro attività».

Sport: funzione sociale

«Avvieremo ogni possibile legittima iniziativa diretta alla riapertura del campo di motocross di Valmanera, perché è inconcepibile che oggi sia chiusa una pista conosciuta il tutto il mondo per aver ospitato dieci prove di campionato del mondo». E’ questa una delle priorità sportive che Rasero porterà avanti; un netto cambio di rotta e di visione dell’utilizzo dei boschi di Valmanera, anche in contrasto con le sentenze di tribunale che hanno impedito ogni tentativo di riapertura della pista. «Chiederò all’Ente Parchi di non prevedere limitazione al motocross nel regolamento di gestione dell’area: – ha continuato Rasero – Asti ha una delle piste più importanti, ma siamo stati “tanto intelligenti” a perdere una cosa che portava turismo e persone». Sempre nello sport punterà a «evitare la costruzione di inutili “cattedrali nel deserto”, favorendo la realizzazione di impianti di piccole e medie dimensioni, sia nel centro, sia nelle zone periferiche, dove si potrebbero riqualificare i capannoni dismessi».

La scommessa sulla cultura

Il sindaco ha rimandato al mittente le accuse di aver cambiato idea su “Asti Capitale della Cultura 2020” spiegando il motivo per cui è stato deciso di non partecipare al bando, adesso, per poi farlo in un’altra occasione quando saranno attivati i progetti su cui si sta lavorando, in primis “Vino e Cultura” «dove ci daremo, però, delle priorità». Ancora una volta è stato identificato in Vittorio Alfieri «“il brand identity” – si legge nel programma – che dovrà caratterizzare l’offerta culturale astigiana (sull’esempio della Mole a Torino o di Mozart a Salisburgo), senza temere di farlo diventare un’icona pop». Da qui si punterà a «rendere Palazzo Alfieri un polo primario di attrazione turistica, nell’ambito dei percorsi museali cittadini», riconoscendo il valore del Museo della Fondazione Guglielminetti, mettendo in rete i musei «e prevedendo formule nuove come la possibilità al turista di aprirsi il museo da solo».

Il Palio: anima pulsante

«Dobbiamo predisporre la più ampia riforma sul Palio affinché diventi, pur nel rispetto delle sue prerogative tradizionali, non più solo un costo, ma una vera risorsa per la città, attraverso lo sviluppo delle sue enormi potenzialità, in parte ancora inespresse». Il Palio di Asti è il settimo pilastro, forse il più complicato su cui operare anche per via della nota divisione degli stessi astigiani tra chi lo vuole e chi lo rifugge. Rasero ha confermato l’intenzione di spostare la data della corsa, si ipotizza la prima domenica di settembre, di riportare le decisioni principali sul Palio nel Consiglio comunale e un po’ meno in quello dei rettori, di favorire le riprese televisive per le quali si cercherà di migliorare la visibilità di piazza Alfieri, di realizzare una pista di allenamento con le stesse dimensioni della piazza e di creare un apposito albo per i cavalli.

Riccardo Santagati

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