In quale modo avete preparato il Palio 2022? O meglio ancora: come avete gettato le basi del settimo trionfo gialloverde?
«Questa nuova vittoria l’abbiamo programmata fin dalla sera del trionfo del 2017 – afferma Quirico – fidelizzando Giuseppe e puntando su di lui per andare a caccia di un altro Drappo nel più breve tempo possibile. Abbiamo avuto due anni “buchi” ma nel frattempo la scuderia del nostro fantino è cresciuta tantissimo, al punto di disporre quest’anno di almeno due esemplari eccezionali. L’idea era di correre con Cristallo da Clodia, ma il leggero intoppo avuto dal cavallo nelle prove ci ha indotto a cambiare per non correre inutili rischi. Aiò era prontissmo e in pista ha dimostrato il suo valore».
Grazie, aggiungo io, ad uno Zedde formidabile…
«Giuseppe è un top nel panorama delle monte. Un numero uno: è stato per l’ennesima volta il nostro valore aggiunto».
Parliamo della batteria: le tue sensazioni?
«Troppo lunga, concorrenza elevata. Molti Comitati volevano essere protagonisti. Che fosse una batteria difficile lo si sapeva già dal giovedì sera. C’è voluta tanta pazienza: il nostro fantino è stato bravissimo».
Temevate qualcuno in particolare?
«Profondo rispetto per tutti, con la consapevolezza però che al canapo c’era un cavallo che la finale l’avrebbe sicuramente raggiunta e mi riferisco a Red Riu di Santa Caterina. Restavano due posti a disposizione per gli altri sei».
La finale?
«L’esatto contrario della batteria, guardando i tempi. Partenza quasi immediata. Era fondamentale andare davanti: nell’ultimo giro Red Riu è calato, ma credo comunque che Aiò fosse inattaccabile».
Hai iniziato vincendo con Giuseppe e hai bissato allo stesso modo, sempre con lui…
«Sei anni bellissimi, così come i precedenti nei quali ancora non ero Rettore. Giuseppe con noi sta bene e pur essendo una persona molto riservata ha legato con tutti».
Hai un bilancio lusinghiero da Rettore. Sicuramente continuerai…
«Abbiamo cambiato lo Statuto tempo fa, ponendo come limite massimo di durata per la carica di Rettore sei anni».
Due Palii però non li hai corsi per la pandemia…
«Vero. E mi mancano tantissimo l’emozione, l’attesa e l’adrenalina cho solo il Palio sa regalare. Quei due anni però non li abbiamo persi, ci sono serviti per costruire una sede che è un collante fondamentale per il nostro Comitato, un punto di riferimento assoluto».
Sei anni di rettorato costellati da altri successi….
«Abbiamo vinto Paliotti con Sbandieratori e Musici, quest’anno abbiamo provato la gioia del ritorno in A1, senza scordare poi tutte le manifestazioni e gli appuntamenti allestitii. Ogni anni organizziamo il memorial intitolato a don Giacomo Accossato, con Bandiere e Musici in primo piano. Nel 2022 c’è stato l’evento della “Cena in Vigna”, che ha riscosso un notevole successo».
Al tuo fianco hai avuto collaboratori assai efficienti….
«Mi piacerebbe menzionare tutti i componenti delle varie commissioni, ma purtroppo non è possibile. Ma è grazie a loro che San Lazzaro riesce sempre ad essere al vertice, a ben figurare e a primeggiare. Tanti piccoi Comitati all’interno di un Comitato più grande».
Ultima domanda: tutti gli anni il tuo Borgo si presenta al Palio, utilizzo un modo di dire che vi si confà, con “la pistola carica”. Come è possibile che ciò avvenga?
«La risposta è semplice: con il lavoro e la la partecipazione. Non molliamo mai, siamo sempre sul pezzo e disponiamo dell’aiuto spontaneo di tutti. Non chiediamo aiuti economici esagerati: ognuno ci dà quello che è nelle sue possibilità. E non sempre è denaro, si badi bene. Gli aiuti possono essere anche di altro tipo e sono sempre fondamentali».
Nella foto: il fantino Giuseppe Zedde e il Rettore Silvio Quirico.