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Sinistra all’attacco sui patti parasociali: «Consegneranno l’Asp ai privati»
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Sinistra all’attacco sui patti parasociali: «Consegneranno l’Asp ai privati»

«Qui si sta compiendo un’operazione di privatizzazione totale dei servizi pubblici in barba alle regole della democrazia». Così, l’ex consigliere comunale Giovanni Pensabene commenta il

«Qui si sta compiendo un’operazione di privatizzazione totale dei servizi pubblici in barba alle regole della democrazia». Così, l’ex consigliere comunale Giovanni Pensabene commenta il contenuto dei Patti parasociali tra Comune e Asp il cui schema è stato approvato il 14 aprile con una delibera di Giunta. I Patti vanno a ridefinire i rapporti tra il socio di maggioranza (il Comune con il 55% delle azioni) e i soci privati di Nos (45% delle quote) andando a rivedere, tra le altre cose, il ruolo e i poteri del presidente dell’Asp e, per estensione, quelli dell’amministratore delegato. Secondo la Federazione della Sinistra, rappresentanta in Consiglio da Massimo Scognamiglio, «all’Asp non si potrà più fare nulla se il privato non lo consentirà. Non solo – aggiunge – all’amministratore delegato viene anche raddoppiata la cifra disponibile per le competenze d’acquisto».

Secondo Pensabene, Scognamiglio, Filippo Di Modica (Associazione a Sinistra) e Claudio Caron, i Patti parasociali consegnano l’Asp in mano ai privati spogliando il Comune, di fatto, di tutta una serie di poteri gestionali, tanto da parlare di «totale privatizzazione» dell’azienda che gestisce l’acqua, il trasporto pubblico, i rifiuti e l’energia (in minima parte anche la futura rete del teleriscaldamento). «Con questi Patti – commenta Di Modica – il presidente dell’Asp, nominato dal Comune, non ha praticamente nessun potere tranne quello di convocare il Consiglio su richiesta dell’AD e con un ordine del giorno deciso da quest’ultimo. L’AD ha poteri normali di gestione della società, poteri sul budget, sulle strategie e, nello stesso consiglio di amministrazione, diventa necessario il voto di 4 consiglieri, quindi anche quello di nomina dei privati, per prendere le decisioni più importanti».

FdS e Associazione a Sinistra lamentano, inoltre, un preponderante ruolo di Nos nella scelta delle gare cui prendere parte «ma anche nella scelta di decidere di sganciarsi dalla società stabilendo il valore delle quote in base ad una formula inserita nei Patti parasociali». Anche per Claudio Caron, già presidente dell’Asp, «il ruolo che si va a dare all’AD con l’approvazione dei Patti è preponderante in tutti i campi» e questo a discapito delle decisioni prese dai rappresentanti dell’Ente pubblico sulla gestione di servizi strategici come l’acqua e il tpl. Proprio sul trasporto pubblico Caron ricorda che «dall’inizio di questa amministrazione sono già stati perse quindici unità tra gli autisti: se non ci sono stati licenziamenti è perché alcuni sono andati in pensione, altri sono stati ricollocati, mentre tre di loro potrebbero essere messi in discussione se il Comune non trasferirà all’Asp 200.000 euro necessari a mantenere le navette».

Per questi motivi risulta incomprensibile, secondo la Federazione della Sinistra, che l’Asp vada ad organizzare AstiMusica, investendo dei soldi, «anziché utilizzare quel denaro per mantenere i servizi essenziali, come il trasporto pubblico». Dal punto di vista politico è ancora Pensabene a giudicare le scelte dell’amministrazione Brignolo sull’Asp e su Gaia, interessata a sua volta da un processo di parziale privatizzazione: «Stiamo assistendo alla traduzione in salsa astigiana del renzismo imperante. Qui il metodo è sostanza e su Gaia stanno portando avanti un’operazione esattamente identica a quella compiuta sull’Asp. Pur non condividendo la scelta che fece il centrodestra di privatizzare parzialmente l’Asp – spiega Pensabene – almeno quella decisione portò 30 miliardi di lire nelle casse del Comune. Questi, invece, esautorano il Comune dall’Asp, decidendo tutto in sala Giunta».

Su questi e altri temi, come la decisione di procedere con il teleriscaldamento («di cui non siamo contrari a priori ma sul quale c’è bisogno di confrontarsi seriamente») sarà indetta un’assemblea pubblica e chiesto il diretto coinvolgimento degli astigiani «perché Renzi – concludono – ha detto: o è così come dico io o mandatemi a casa. Brignolo ha escluso invece l’opzione di mandarlo direttamente a casa».

Riccardo Santagati

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