Il Circolo Nosenzo di Asti è sotto sfratto
E’ una doccia ghiacciata quella caduta sulla testa degli oltre 400 soci del Circolo Nosenzo di via Filippo Corridoni: dal 3 luglio è iniziato il conto alla rovescia di 30 giorni, decretato dall’Ufficio Fallimentare del Tribunale di Asti, entro il quale svuotare l’immobile e riconsegnare le chiavi al custode indicato dall’organo giudiziario. In caso di “mancato spontaneo rilascio dell’immobile”, il custode avrà ulteriori 30 giorni per riottenere la disponibilità dei locali. Se anche questo termine non bastasse si dovrà procedere con l’intervento della forza pubblica entro i successivi 30 giorni. La richiesta di liberare la struttura, dove ha sede uno dei circoli storici di Asti, attivo da 40 anni, è arrivata dal curatore del fallimento Nosmar s.a.s. cui sono collegate le sorti del Circolo che, in passato, aveva ottenuto il diritto di restare al suo posto pagando un affitto al Tribunale di Torino.
Il presidente chiede un incontro con il sindaco
«E’ così – spiega il presidente del sodalizio Mario Botto – avevamo raggiunto l’accordo per un canone di 5.000 euro annui che abbiamo regolarmente versato e, pur sapendo che la questione del fallimento Nosmar fosse ancora aperta, mai ci saremmo aspettati di ricevere una raccomandata di sfratto in così pochi giorni. Adesso abbiamo chiesto un incontro urgente con il sindaco Rasero e il vice Coppo, che è anche un avvocato, per discutere di questa faccenda perché, nella migliore delle ipotesi, in 60 giorni come facciamo ad andarcene?»
Un polo sociale, sportivo e di aggregazione
Il Circolo Nosenzo è un polo di aggregazione sociale e sportiva come pochi altri: non solo i pensionati lo animano ogni giorno per giocare a carte, leggere, socializzare, ma è anche sede di attività sportive di alto livello, si gioca a tennis, a bocce, ha al suo interno una palestra, si svolgono lezioni di ballo, feste di compleanno, incontri pubblici e perfino riunioni di condominio. Insomma, la chiusura del Circolo Nosenzo, in quattro e quattr’otto, senza dargli la possibilità di trovare una nuova sede, adeguata e funzionale, scatenerebbe un effetto domino su parecchie centinaia di persone senza considerare un ulteriore impoverimento della zona già colpita dalla chiusura dell’ex Maternità.
Si chiede più tempo per organizzare il futuro
«Chiaramente non vogliamo essere buttati fuori dalla forza pubblica, – continua il presidente – ecco perché, coinvolgendo il sindaco, speriamo di trovare una soluzione che ci permetta di restare almeno un paio d’anni continuando a pagare tutto, compresa la manutenzione ordinaria, come abbiamo fatto fino ad oggi. Il nostro bilancio è di circa 72.000 euro e tanti ne spendiamo nella gestione: qui nessuno lavora per arricchirsi».
Rasero: “Siamo al fianco dei gestori”
Piero Vercelli, che con la cooperativa Jokko sta organizzando il centro estivo dei bambini proprio nel Circolo, chiede alle istituzione di sedersi intorno a un tavolo per capire come scongiurare la chiusura tenuto conto che proprio lì ci sarebbe l’ipotesi di allestire il doposcuola per i ragazzi della Buonarroti prossimi al trasferimento tra la Dante e la Martiri a causa del rifacimento del plesso. «Si tratta di una realtà che funziona, dove si svolgono innumerevoli attività – continua Vercelli – quindi chiediamo a chi di dovere di intervenire sia da parte pubblica sia da parte dei privati». L’appello di Botto e Vercelli è già stato raccolto dal sindaco Maurizio Rasero e dal vice Marcello Coppo. «Sono disponibile a incontrare i gestori del Circolo già nei prossimi giorni – replica Rasero – E’ una realtà importante, che ha fatto la storia della città, e nel limite della legalità useremo gli strumenti a nostra disposizione per essere al fianco dei gestori. Ma, in ogni caso, la domanda è ovvia: cosa si intende fare di quel posto? Presteremo massima attenzione perché sia chiaro che non permetteremo a nessuno di specularci sopra».