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Sottoscrizione per il testa 65 tigli "condannati"
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Sottoscrizione per il test
a 65 tigli "condannati"

E’ un’idea un po’ folle che chiama a raccolta in prima persona coloro che hanno a cuore la vita delle alberate sulla ex statale 10 da Masio a Torino, passando per Castello d’Annone, Asti,

un’idea un po’ folle che chiama a raccolta in prima persona coloro che hanno a cuore la vita delle alberate sulla ex statale 10 da Masio a Torino, passando per Castello d’Annone, Asti, Villafranca, Villanova. Parliamo di un evento pubblico o una sottoscrizione per mettere insieme 3 mila euro: questa la cifra che servirà a finanziare la “diagnosi strumentale personalizzata” nei confronti di 65 alberi già destinati all’abbattimento.
Per sapere quali sono basta percorrere il tratto di statale e guardare quelli che portano un bollino di vernice verde chiaro fosforescente sul fusto. Sono quelli che un gruppo di tecnici della Provincia, guidati da Giovanni Pensabene in qualità di componente dell’Ufficio Agricoltura, hanno ritenuto pericolosi e giudicati in cattive condizioni vegetative; così brutte da prevederne l’abbattimento.

Sui 500 tigli attualmente censiti e georeferenziati lungo il tratto di ex statale di competenza della Provincia di Asti, i 65 alberi considerati maggiormente “malati” sono destinati all’abbattimento immediato mentre un altro centinaio seguirà la stessa sorte da settembre in avanti, prima della stagione invernale. Dei 65 più “gravi”,  7 sono nel Comune di Dusino San Michele, 4 a Baldichieri, 23 nel tratto astigiano e 31 a Castello d’Annone. Una sentenza di “morte arboricola” contro la quale si sono scagliate diverse associazioni a stampo ambientalista: il Circolo Legambiente di Asti, quello della Valtriversa, l’Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l’Astigiano, Terra, Boschi, Gente e Memorie, la Società Italiana di Arboricoltura con un intervento preciso e puntuale anche dell’Ordine dei dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Asti.

Lunedì mattina, in Provincia, rappresentanti di ognuna di queste realtà locali si son incontrati per trovare una soluzione alternativa all’abbattimento immediato: il dottor Ernesto Doglio Cotto per l’Ordine degli Agronomi, Franco Correggia per Terra, Boschi, Giancarlo Dapavo per Legambiente di Asti, Angelo Porta per Legambiente Valtriversa, Massimo Tirone per la Società Arboricoltura, Marco Devecchi per l’Osservatorio. Tutti contestano la metodologia adottata dalla Provincia per stabilire quali alberi fossero ancora sani e quali no. Per stessa ammissione del commissario straordinario Ardia, non ci sono fondi per diagnosi strumentali più approfondite e le valutazioni sono state meramente di carattere estetico e di presa visione diretta delle condizioni di rami, carie visibili, radici affioranti o tagliate per far posto a lavori di scolamento delle acque (come nel caso dell’alberata sul dosso del Palucco).

E allora ecco nascere, dopo aver fatto il sopralluogo proprio al Palucco, l’idea di sospendere il piano di abbattimento, anche dei primi 65, e ritrovarsi ai primi di settembre per mettere in piedi un piano strategico di valutazione dello stato di salute dei tigli sulla base di test con il martello elettronico e il resistograph: due strumenti che consentono di stabilire con una buona certezza la resistenza delle piante. E, a conti fatti, questi test costano complessivamente circa 3 mila euro per i 65 alberi ritenuti attualmente più pericolosi per la sicurezza stradale degli automobilisti.

Una cordata per salvare quel che resta degli oltre 3 mila tigli piantati nel corso di 50/60 anni per ombreggiare il viaggio estivo dei carri da Asti verso Torino. E se è vero che in tempi di auto  perfettamente condizionate viene meno l’esigenza dell’ombra per i viaggi lunghi, va ricordato che un albero antico è patrimonio ecologico di tutti, che va salvaguardato e rispettato e intorno al quale va ricercato uno stato di equilibrio tra le esigenze della sicurezza stradale e il valore intrinseco che rappresenta.

Il commissario Ardia ha proposto la stesura di un protocollo di collaborazione tra la Provincia di Asti e l’Ordine degli Agronomi per la gestione futura delle alberate su strada. Con una buona notizia: l’impianto, in autunno, di tigli lungo assi viari dismessi e in abbandono della Provincia stessa (come ad esempio la strada da Mombercelli a Montegrosso) e in ossequio ad una compensazione rispetto a quelli che verranno abbattuti.

Daniela Peira

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