«Qualche risultato su corso Matteotti l’abbiamo visto, dopo l’incontro avuto con il prefetto, ma la parte più critica resta l’area davanti alla stazione di piazza Marconi. Lì si concentrano spaccio, prostituzione e consumo di alcolici per tutta la giornata con grave danno per le attività commerciali». Così Marianna Comunale, portavoce del “Comitato corso Matteotti, via Guttuari, via Comentina e piazza Marconi” ha esordito mercoledì pomeriggio, in municipio, intervenendo durante una riunione congiunta delle commissioni consiliari Sicurezza, Commercio/Decoro e Politiche Sociali. L’incontro con l’amministrazione comunale di Asti, tra cui il sindaco Maurizio Rasero e gli assessori Luigi Giacomini, Mario Bovino ed Eleonora Zollo era stato chiesto dai cittadini dopo la denuncia sugli organi di informazione dello stato di degrado e della mancanza di sicurezza che colpisce la parte di corso Matteotti tra piazza Marconi e il giardino delle Brusaje, comprese le vie limitrofe.
Diversi residenti hanno partecipato alla riunione della commissione che, alla fine, si è trasformata in un dibattito sullo stato della sicurezza del quartiere nel quale, stando a quanto hanno raccontato pubblicamente, si consumerebbero reati di varia gravità senza che le autorità preposte riescano a impedirlo.
«Bisogna trovare le soluzioni, non solo elencare i problemi – continua Marianna Comunale – e le soluzioni si possono attuare lavorando in team. Sia chiaro che il comitato non ha nulla contro i negozi etnici o gli stranieri, ma probabilmente serve una mediazione culturale dal momento che ci sono talmente tante norme che questi cittadini forse manco le conoscono, oppure sono abituati al fatto che la spazzatura si possa mettere ovunque o si possa bere mettendo le sedie sui marciapiedi. Probabilmente ci vuole una politica di accoglienza e di spiegazione su quelle che sono le nostre regole».
I residenti in corso Matteotti, ormai esasperati, vogliono poche chiacchiere e molti fatti. Non interventi spot di un giorno, che non risolvono nulla, «ma un coordinamento tra il Comune, la Questura e la Prefettura con attività mirate su più mesi – continua Marianna Comunale – Altrimenti dove c’è sporco continuerà ad esserci la sporcizia, dove si spaccia la droga si continuerà a spacciare e dove ci sono i negozi che vendono la birra e la fanno consumare davanti all’ingresso, anche se non sono bar, continuerà a esserci lo stesso problema».
Per Walter Saracco, consigliere comunale di minoranza della lista civica “Prendiamoci cura di Asti”, «i problemi sono di due ordini: c’è quello del controllo che richiede un intervento più aggressivo e quello più importante, di prevenzione, di cui non si sta parlando molto». Dal punto di vista della repressione Saracco ha ricordato che a Cuneo è stata firmata un’ordinanza per proibire il consumo di alcolici in determinate zone. «Tutti hanno detto che non c’è sorveglianza di notte, – continua Saracco – ma il problema è che in questa zona c’è la dipendenza da stupefacenti e da alcol, quindi se non si fanno discorsi di prevenzione non si cava un ragno dal buco. Bisogna creare una rete intorno a queste persone che avvii con loro un percorso di riabilitazione e ciò lo si fa con l’intervento dell’Asl».
Da parte di Gianfranco Miroglio, consigliere dei Verdi, è arrivato il suggerimento di «intervenire con progetti dei servizi educativi». «Parliamo di interventi sui più giovani, ma anche sugli adulti, perché c’è gente che non sapendo l’italiano non capisce quanto scritto nei documenti. Occorre organizzare progetti con finanziamenti e competenze senza le quali si continuerà a fare solo interventi tampone».
Secondo alcuni cittadini, prima della prevenzione è necessario attivarsi per fermare ogni eventuale abuso o irregolarità. Ad esempio è stato chiesto al sindaco di far chiudere i negozi alle 20 impedendo ai gestori di stare aperti come e quando vogliono. Senza considerare un altro problema, questa volta segnalato in alcuni palazzi: ci sarebbero proprietari che affitterebbero alloggi a gruppi di persone tanto da esserci appartamenti con decine di soggetti al loro interno, non si sa a quale titolo. «Bisogna controllare quei palazzi dove in quindici minuti si vedono cinquanta persone che entrano ed escono in maniera molto equivoca – aggiunge un residente – Credo che in questi casi il responsabile dell’alloggio e l’amministratore di condominio dovrebbero essere chiamati in causa e qualcuno dovrebbe segnalarlo all’Ufficio delle Entrate affinché predisponga i dovuti controlli».
E ancora: «Il regolamento della città di Asti dice o non dice che non si possono occupare i marciapiedi con sedie o sgabelli? – domanda una residente in corso Matteotti da 50 anni – Abbiamo segnalato che davanti a un negozio occupano sempre i marciapiedi, avete fatto qualcosa? No. È competenza vostra? Poi le telecamere installate, costate un bel po’ di soldi, funzionano o no?».
«Tutte le campane del vetro sono un deposito di immondizia a cielo aperto – aggiunge un altro signore – Oggi, domani e sempre vediamo questa schifezza sui nostri marciapiedi. Oltre ad intervenire su droga, alcol e prostituzione ricordatevi anche di questo perché ci fate vivere nell’immondizia dando valore solo a piazza San Secondo».
Molto più diretto è stato l’intervento del consigliere comunale Roberto Venturini di Fratelli d’Italia: «Credo che queste problematiche vadano divise in due – spiega – I cittadini sono esasperati e giustamente chiedono che ci siano delle persone perbene che abitino nel loro quartiere. A questi signori le cose sono già state ripetute un’infinità di volte; benissimo, adesso li si fa chiudere per tre o sei mesi e intanto cominciamo a togliere il problema sul consumo illimitato di alcolici. In questo modo diamo un segnale. Il Comune, però, può fare poco – chiude Venturini – perché sono il questore e il prefetto che possono dare delle dritte a riguardo e le dritte relativamente allo spaccio sono chiare, come quelle sulla prostituzione. Conseguentemente chiederemo a queste istituzioni di agire come reputano opportuno».
Per il consigliere comunale Michele Miravalle del Partito Democratico «lo strumento dell’ordinanza del sindaco dev’essere esplorato, anche se limitato nel tempo, perché ci sono ragioni di sicurezza e di ordine pubblico circoscritte in alcuni isolati e in alcune fasce della giornata». Accanto all’ordinanza, Miravalle ha suggerito due proposte sull’inclusione sociale. Se c’è una divisione netta tra diverse comunità nei vari isolati, il consigliere del PD ha chiesto che intervengano mediatori linguistici e culturali, come l’educativa territoriale con la presenza sul posto di operatori sociali. Tutto questo attraverso una progettualità «partendo da uno studio preciso su cosa serva e con quale comunità interfacciarsi, costituendo un tavolo tecnico e unendo chi si occupa di pubblica sicurezza e chi di servizi sociali».
Ma da quanto emerso durante la riunione in comune, la situazione di piazza Marconi, già denunciata più e più volte dai proprietari delle attività che si affacciano sull’area, non è migliorata con il passare dei mesi: «Lavoro da 25 anni in piazza Marconi – spiega una delle contitolari della Gelateria Ferrara – e la situazione è di un disagio allucinante. Da donna mi trovo a litigare con dei tizi chiedendo loro di non importunare i miei clienti. Ho litigato con uomini ubriachi, bianchi e di colore, italiani e non, per difendere i miei clienti. Gli studenti che arrivano dai paesi per andare a scuola hanno paura e tante ragazzine vengono a rifugiarsi in gelateria. Ultimamente vedo poliziotti e agenti della municipale, ma purtroppo hanno le mani legate e non possono fare nulla. Mi consigliano di stare calma e di non reagire. Queste persone che bivaccano in piazza rovinano il lavoro di tutti noi stando per otto/dieci ore al giorno lì, a bere. L’unica soluzione è quindi vietare che bevano all’aperto. C’è un degrado totale, c’è chi si prostituisce e le botte che si sono dati solo di recente sono proprio a causa della prostituzione».
Rasero: «I proemi di corso Matteotti sono ben noti da anni e già segnalati in Prefettura»
«Il tema di corso Matteotti è ben noto e conosciuto da molti anni – commenta il sindaco di Asti Maurizio Rasero – Periodicamente, ho portato al Tavolo dell’Ordine e della Sicurezza quello che da anni sta succedendo nell’area intorno alla stazione e in corso Matteotti. In tutte queste circostanze abbiamo chiesto (a questore e prefetto ndr) maggiori passaggi, maggior rispetto delle norme e che i residenti potessero riappropriarsi della loro vita e dei loro investimenti perché, in alcuni casi, non possono neanche uscire di casa dal momento che trovano soggetti che sono lì per fare altro».
Rasero riconosce la presenza di problemi, alcuni affrontabili dal Comune, altri dalle autorità preposte. «Prima della nascita di questo comitato noi chiedevamo già un segnale ben tangibile e il prefetto ha dato indicazioni affinché in una giornata tutte le aree commerciali venissero ispezionate nello stesso momento. Posso assicurarvi che oltre a questa iniziativa se ne sono immaginate altre, ma credo che i cittadini si accorgeranno delle parole che dico da atti concreti. Purtroppo problemi analoghi ci sono in altre parti della città, per esempio in corso Casale angolo strada Volta dove sono anni che c’è una situazione di degrado e dove ci sono interi condomini occupati abusivamente. Non viaggio molto, ma lo faccio in treno e i problemi di corso Matteotti li vedo nelle vie limitrofe delle stazioni nelle quali passo. Si creano attività che richiamano persone con abitudini e stili di vita diversi delle nostre. – conclude il sindaco – Ma se non possiamo impedire a priori che si aprano attività tipo mini market, possiamo fare dei controlli».
[foto Billi]