Si terrà oggi (martedì), alle 11 nella Basilica di San Pietro in Vaticano, il funerale del cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato emerito e Decano emerito del Collegio cardinalizio. Astigiano, 94 anni, è mancato nella serata di venerdì scorso al Columbus Hospital di Roma, ala del Policlinico Gemelli riservata ai pazienti Covid-19, in cui era ricoverato dallo scorso 9 maggio per complicanze dovute alla contrazione del virus.
Dopo la celebrazione delle esequie presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Collegio cardinalizio, al termine delle quali Papa Francesco presiederà il rito dell’Ultima Commendatio e della Valedictio, la salma verrà trasportata ad Asti. Domani (mercoledì), alle 10.30 in Cattedrale, si terrà infatti la celebrazione di suffragio presieduta dal vescovo di Asti Marco Prastaro. La salma sarà poi tumulata nella cripta della Cattedrale.
I ricordi del nipote Guido
«Quando mio padre Alessandro è mancato nel 1997 a causa di un tumore, avevo 31 anni ed ero già sposato. In quel periodo lo zio Angelo, che era sempre stato molto legato a mio padre di cui era coetaneo (avevano solo un anno di differenza), ha rappresentato per me la figura paterna di riferimento. Lo sentivo molto vicino nonostante fosse all’apice della sua carriera diplomatica in Vaticano».
A parlare è Guido Sodano, figlio di Alessandro Sodano, uno dei cinque fratelli del cardinale, precisamente il primogenito. Classe 1926, a lui sono infatti seguiti Angelo, Assunta, che è mancata, Maria, che vive ad Isola, Piero e Ausilia, residenti ad Asti. Una famiglia numerosa, di cui fanno parte diversi nipoti, a cui Papa Francesco, non appena appresa la notizia della morte, ha espresso, con un telegramma inviato a Maria, parole di stima nei confronti del cardinale.
«Avevo raggiunto il Columbus Hospital quando era stato ricoverato – ricorda Guido Sodano – portandogli dei dolci astigiani, ma ovviamente non l’ho potuto vedere causa Covid. Allora nei giorni seguenti ci siamo organizzati con videochiamate WhatsApp cui partecipavamo noi nipoti per infondergli coraggio e trasmettergli la nostra vicinanza, anche se lui, con il suo tipico stile, si scusava per il disturbo che ci stava arrecando. In occasione dell’ultima telefonata, alla vigilia del decesso, ci avevano comunicato che il tampone aveva dato esito negativo, ma la situazione era ormai stata compromessa».
Il cardinale era molto legato all’Astigiano e sono tanti i ricordi dei familiari legati a momenti (privati e ufficiali) che si sono svolti sul territorio. A partire da quello più noto, la visita di Papa Giovanni Paolo II ad Asti il 25 e 26 settembre 1993 per la beatificazione di Monsignor Giuseppe Marello, in occasione della quale era stato ritagliato anche un momento privato nella casa di famiglia con i parenti del cardinale. «E ancora, i periodi di riposo ad Isola tutti gli anni a settembre – continua – e, nel 2017, la festa dei 90 anni con i sacerdoti astigiani della sua leva, cui era molto affezionato. O ancora, nel settembre 2015, l’inaugurazione del piccolo Museo dell’emigrazione presso la parrocchia di Portacomaro Stazione, frazione in cui si trova la casa natale del padre di Papa Francesco, Mario Bergoglio».
Ad occuparsi della sua realizzazione il Comitato Papa Francesco, nato all’indomani dell’elezione di Jorge Mario Bergoglio a Pontefice, nel 2013, per valorizzare il legame tra il Santo Padre e il territorio astigiano di cui era originaria la famiglia. A presiedere il Comitato proprio Guido Sodano, che ricorda anche il coinvolgimento dello zio per cercare di organizzare una visita ad Asti del Papa, che aveva manifestato questo desiderio, alla fine non concretizzatasi. «Come membri del Comitato – racconta – eravamo andati in Vaticano per incontrare Sua Santità nel settembre 2013. Ricordo, tra gli altri, il vescovo Francesco Ravinale, il sindaco Fabrizio Brignolo e Mariangela Cotto. Un appuntamento reso possibile grazie anche all’interessamento dello zio».
Poi, con l’arrivo della pandemia, il cardinale Sodano non è più tornato nell’Astigiano. «Mi aveva raccontato – conclude – che Papa Francesco era andato a trovarlo dove risiedeva, ovvero in un appartamento del Collegio etiopico in Vaticano, nel settembre 2021, prima che fosse operato di cataratta. Per il resto, con l’inizio della pandemia, lo zio era sempre stato molto cauto per evitare di contrarre il virus, anche se poi, purtroppo, è mancato proprio per le complicanze dovute al Covid».
«Ora che non c’è più – conclude – porto con me i ricordi di un parente cui ero molto affezionato e che presentava, dal punto di vista umano, le caratteristiche tipiche della mia famiglia e, in generale, dei piemontesi: pragmatico, gran lavoratore e riservato».
Le parole del fratello Piero
A ricordare il cardinal Sodano anche il fratello Piero, 85 anni. «Ai tempi in cui ero presidente della Federcalcio provinciale – annota – abbiamo avuto più volte la fortuna di essere ricevuti da lui in Vaticano e di aver preso parte a qualche udienza del Papa. Ci telefonavamo spesso. Sapeva che ero appassionato di calcio e mi chiedeva notizie sulla mia squadra, il Rocchetta Tanaro. Sempre in ambito sportivo, parlava anche del Torino, considerata la mia fede granata».