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Storia del Palio: 1968, Degortes regala il drappo a San Pietro
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Storia del Palio: 1968, Degortes regala il drappo a San Pietro

Quello del 1968 è stato uno dei Palii più drammatici e spettacolari di sempre. Fino allâ??una di domenica la manifestazione rischiò il rinvio, poichè la pioggia battente aveva reso la

Quello del 1968 è stato uno dei Palii più drammatici e spettacolari di sempre. Fino allâ??una di domenica la manifestazione rischiò il rinvio, poichè la pioggia battente aveva reso la pista un autentico acquitrino. Vi fu una schiarita nel primissimo pomeriggio, il fondo dellâ??ovale di gara asciugò parzialmente e nellâ??ultima riunione organizzativa tenutasi alle 14 il sindaco Giraudi tanto disse e tanto fece che indusse i Rettori ad optare per la discesa in pista. Il pubblico, nonostante lâ??inclemenza del tempo, affollò tribune e parterre allâ??inverosimile.
La sfida annunciata era quella tra Aceto, fantino di San Pietro, astro emergente di provenienza senese, ed Ettore Simonazzi,  ingaggiato da San Martino San Rocco, disposto a prendersi rischi incredibili pur di prevalere.
Nino Manca (Tanaro) fungeva da terzo incomodo. Atteso allâ??opera anche Tristezza (Santa Maria Nuova), ma la sorpresa la procurò Lazzaro Beligni, detto Giove, che regalò la piazza dâ??onore a San Silvestro. Volarono nerbate in batteria tra Manca e Degortes, ma sià lì che in finale Aceto seppe imporsi per classe e carattere. Un successo meritato quello dei rossoverdi, guidati dal Rettore Visconti. Straordinaria la sfilata, splendidi i costumi, alcuni dei quali opera di Eugenio Guglielminetti.

Batterie: ognuna di quattro giri, i primi due in finale.
Partenza: con le bandiere.
Mossiere: Giuseppe Giulianini.
Capitano: Giovanni Pasetti.

Prima batteria, dallo steccato: Duomo, San Martino San Rocco, San Secondo, San Paolo e Torretta Santa Caterina. Partiva come una furia Ettore Simonazzi, fantino dei biancoverdi sanrocchesi, su Topolone, trascinandosi a rimorchio per tutte le quattro tornate (nellâ??ordine) Duomo (cavallo Navajo), San Paolo (Fort Prince), Torretta Santa Caterina (Dolly) e San Secondo (Baio). Le posizioni restavano immutate per lâ??intera corsa. In finale San Martino San Rocco e Duomo

Seconda batteria, dallo steccato: Don Bosco, Tanaro, San Pietro e Santa Maria Nuova. Sotto la pioggia battente andava in scena una sfida straordinaria. Saro Pecoraro (Tristezza), fantino di Santa Maria Nuova, partiva davanti a tutti e pareva poter controllare la situazione. Lo inseguivano Nino Manca (Tanaro) e Andrea Degortes (San Pietro). Aceto si portava a ridosso di Tanaro e nerbava per due giri il fantino biancazzurro. Questi, per sfuggire alle ire del sampietrino attaccava a sua volta Santa Maria Nuova nel terzo giro e si portava in testa. Aceto, sempre terzo, a questo punto doveva scavalcare Tristezza per entrare in finale. Sferrava lâ??attacco nella penultima curva e passava. Terza Santa Maria Nuova, quarto Don Bosco. In finale Tanaro e San Pietro.

Terza batteria, dallo steccato: San Lazzaro, Costigliole, San Silvestro e Canelli. Lâ??avvio migliore era quello di Lazzaro Beligni, detto Giove, fantino di San Silvestro, su La Rochelle. La sua diventava una galoppata trionfale. Alle sue spalle era lotta aspra tra San Lazzaro e Canelli. Prevaleva il fantino gialloverde, mentre Canelli in dirittura veniva beffato da Costigliole. Qualificati San Silvestro e San Lazzaro.

La finale, dallo steccato: San Lazzaro, San Martino San Rocco, San Pietro, San Silvestro, Tanaro e Duomo. Sei le partenze false. In quattro circostanze era Simonazzi ad avere lâ??avvio migliore ma il mossiere Giulianini lo stoppava regolarmente. Buona la settima. Aceto con Stereo era formidabile nel portarsi davanti a tutti, guadagnando sul terreno pesante un vantaggio notevole già nella prima tornata. Unico a resistergli San Silvestro, che faceva da tappo al tentativo di rimonta del Duomo, fantino Antonio Pigliaru. San Pietro vinceva con dieci lunghezze su San Silvestro, terzo il Duomo, quarto Tanaro, quinto San Rocco e sesto San Lazzaro.

Massimo Elia

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