Storia delle tramvie extraurbane
A partire dagli ultimi decenni dell’Ottocento, parallelamente alla realizzazione di linee ferroviarie a scartamento ordinario (1,435 metri), vennero studiate diverse linee di tramvie extraurbane a vapore e ferrovie economiche, aventi binari a scartamento ridotto (1,00-1,10 metri), installati, in molti casi, direttamente sulla sede stradale; alcune di queste tratte, costruite e gestite da società private (attraverso le sovvenzioni dei comuni e l’emissione di azioni e obbligazioni), interessavano Asti e il circondario. La città si trovava in una posizione favorevole, in quanto nel 1854 era stata completata la ferrovia Torino-Genova, che la collegava con il capoluogo piemontese e il porto ligure.
Il Comitato per la costruzione della tramvia
A Montechiaro d’Asti nel 1877, su sollecitazione dell’ing. Vincenzo Adorni, venne istituito un comitato, formato dai rappresentanti dei comuni e presieduto da Emilio Rossi, per la costruzione della tramvia Asti-Montechiaro-Cortanze, con prospettiva di prolungamento fino a Piovà.
Il comitato avviò le trattative con il sig. Belolli che proponeva un «impianto di un binario collo scartamento di un metro su una delle banchine della strada carrettiera […] esercito con locomotive del genere di quelle in uso sul tramway Milano-Saronno e Cuneo-Borgo San Dalmazzo» con un «convoglio composto di una locomotiva, di una o due vetture del genere di quelle dei tramways di Torino e di un carro merci a grande velocità».
Il progetto venne ripreso
Il progetto venne ripreso tre anni dopo, su interessamento del sindaco di Asti, e prevedeva una linea a scartamento ridotto, che attraversata Asti dall’attuale piazza del Palio a corso Torino, raggiungeva il fondovalle nel territorio di Montechiaro d’Asti, per proseguire poi fino all’abitato di Cortanze.
La tramvia venne costruita dall’impresa del finanziere Adolfo Raoul Berrier-Delaleu (che aveva già costruito altre linee, specialmente nel Cuneese) e fu inaugurata il 16 settembre 1882. L’intero tragitto di 18 km era percorso in circa un’ora e mezza. Le partenze avvenivano da Asti alle 7.14, 11.10, 14.10, 16.00 e da Cortanze alle 7.09, 9.05, 13.18 e 5.26. Le locomotive a vapore erano le tedesche Winterthur, mentre le carrozze erano della Locati di Torino e della Grondola di Milano.
I convogli erano composti da due vetture chiuse di prima classe da 24 posti, quattro vetture giardiniere da 32 posti, due vetture chiuse miste.
Richiesta di arrivare sino al Rocco
Eugenio Rocca, consigliere comunale di Cocconato, nel 1890 scriveva che era «necessario d’insistere che per ragioni d’imperiosa necessità il tranwai da Asti si faccia arrivare fino al Rocco invece di fermarlo a Cortanze con grave danno del commercio e del mercato di Cocconato che è un estremo mandamento del circondario».
La linea Asti-San Damiano-Canale
Nel dicembre 1882 venne aperta una seconda linea tranviaria, la Asti-San Damiano-Canale di 24 km, lungo la valle del torrente Borbore, costruita dalla stessa impresa e che nel tratto cittadino correva sui medesimi binari dell’altra linea. L’inizio del servizio sulle due linee non fu dei più felici, per i continui guasti alle locomotive e cinque deragliamenti che si verificarono nei pressi di San Damiano, nonché per le rigide temperature nelle carrozze prive di riscaldamento.
Il fallimento della società
Le difficoltà economiche in cui versava il finanziere francese, fallito il 10 marzo 1883 (unitamente alle banche di Saluzzo e Carmagnola, che lo avevano sostenuto economicamente) e i problemi di funzionamento delle linee, portarono nel 1884 al fallimento della Società delle Tramvie Astigiane, che gestiva le due tratte. Nella procedura fallimentare, alla quinta asta, il Credito Torinese si aggiudicò gli impianti e il servizio riprese regolarmente; si ipotizzò pure un prolungamento fino al fondovalle di Cocconato (attraverso una galleria sotto il territorio di Cortanze), secondo un progetto dell’ing. Carlo Losio, oppure sino a Chieri, passando per Castelnuovo Don Bosco, in base a un ambizioso piano dell’ing. Vincenzo Soldati.
La mancanza di finanziamenti impedì la realizzazione del prolungamento.
La cessione delle linee alle Tramvie Astigiane
Alla fine del 1897 il Credito Italiano cedette alla nuova Società delle Tramvie Astigiane l’esercizio delle due linee Asti-Montechiaro-Cortanze e Asti-Canale. La stessa società gestì pure la Asti-Montemagno-Altavilla di 24 km, inaugurata nel 1900. La prima proposta di una linea lungo la valle del Grana, che congiungesse Asti a Moncalvo e Casale Monferrato risalgono al 1862, ma trascorsero quasi vent’anni prima che si costituisse un comitato tra i comuni di Montemagno, Vignale, Viarigi, Altavilla e Castagnole Monferrato, il quale scelse il progetto di Alfonso Raoul Berrier-Delaleu, ma il suo fallimento, non rese possibile la costruzione.
Consorzio per la linea Asti-Montemagno
Se ne tornò a parlare nel 1893, quando il consiglio comunale di Asti promosse la costituzione di un consorzio per la ferrovia Asti-Montemagno.
La costruzione fu affidata all’imprenditore alessandrino Vincenzo Remotti e la linea entrò in funzione nel 1899; l’anno dopo fu prolungata fino ad Altavilla, dove si connetteva con le tramvie Alessandria-Altavilla e Altavilla-Casale Monferrato.
La tramvia da Chieri a Casale
Nel 1902 l’onorevole Borsarelli istituì un comitato per una tramvia da Chieri a Casale, lunga 75 km (di cui 30 in sede propria e 45 su strada nazionale). Il progetto redatto dal geom. Bussa prevede, oltre a un’arteria principale da Chieri a Casale con raccordo alle linee esistenti nelle stazioni di Chieri e Serralunga, prevedeva il prolungamento della tranvia Asti-Montechiaro-Cortanze fino a Piea. Nel tentativo di far gravitare le zone di Castelnuovo Don Bosco e Buttigliera su Asti, il sindaco Bocca fece preparare nel 1908 il progetto di massima di una ferrovia a scartamento ordinario che staccandosi dalla Asti-Chivasso (di cui si parlava da anni e che appariva ormai di imminente realizzazione) nei pressi di Cortanze, raggiungesse Castelnuovo con prolungamento fino a Buttigliera. Per la costruzione della linea che avrebbe potuto essere gestita dalla società già esercente le tramvie Artigiane-Monferrine, si formò un consorzio fra i comuni interessati. La linea aveva una lunghezza di 15 km fino a Castelnuovo e 1,7 km nella tratta fino a Buttigliera. Ben sei le gallerie previste di cui due già esistenti ma da ampliare e le rimanenti da costruire. La spesa complessiva veniva stimata in L. 1.950.000.
In funzione fino al 1912
La tramvia Asti-Montechiaro-Cortanze funzionò regolarmente sino al 1912, quando l’apertura della ferrovia Asti-Chivasso portò inevitabilmente a un notevole calo di passeggeri fino a determinare nel 1915 prima alla sospensione (per il razionamento del carbone a seguito della guerra) e quindi alla chiusura definitiva della linea, che venne smantellata nel 1919.
La Asti-Canale e la Asti-Altavilla continuarono invece a funzionare regolarmente fino al 1935, anno in cui fallì la Società Anonima Ferrovie Elettriche Riunite.