Uno dei settori più colpiti
Fra tutti i settori fermati dalla pandemia è uno di quelli che ha sofferto di più e, purtroppo, continuerà a farlo anche nei prossimi mesi viste le stringenti restrizioni allo studio per consentire la sua ripartenza.
Stiamo parlando del settore della ristorazione che si vede riaprire per ultimo e con regole severissime in tema di afflusso di clienti.
Proposta ai vertici della Regione
C’è una “sezione” della categoria dei ristoratori che però, in questi giorni di immobilismo forzato, ha già messo allo studio una proposta che consenta loro di riprendere le loro attività in sicurezza per i loro clienti.
E’ quella dei cuochi itineranti, riuniti nell’associazione Aici che nei giorni scorsi hanno inviato una proposta ai vertici della Regione Piemonte, in primis al governatore Cirio, per chiedere di poter ripartire con le manifestazioni di street food, ovvero di somministrazione di cibo e bevande in fiere dedicate e itineranti.
Costi “invisibili” e ricaduta economica sulla città ospite
La proposta è preceduta da una lunga premessa in cui i cuochi itineranti mettono nero su bianco il bilancio di uno qualunque degli Streetfood Festival che organizzano: da una parte tutti i costi di organizzazione “invisibili” ma reali (plateatico, professionisti per le realizzazioni degli impianti provvisori, addetti alla sicurezza, allestimenti, tributi, utenze, personale, costi di comunicazione e promozione dell’evento. Dall’altra hanno sottolineato anche cosa comporti per una città ospitare un evento di questo genere, con ricadute economiche per albergatori, affittacamere, negozi di alimentari in cui gli operatori si riforniscono di materie prime.
Le piazze saranno dimezzate per rispettare le distanze
Considerando che per rispettare la distanza sociale, la capienza di una piazza o di una strada di street food sarà dimezzata e che non è pensabile far ricadere questa “perdita” aumentando le quote di partecipazione degli operatori già colpiti dalla crisi, i cuochi itineranti avanzano una proposta che vada a tagliare quei citati “costi invisibili”.
Gli aiuti richiesti
«Sono tanti gli aiuti che le amministrazioni pubbliche possono darci – scrive il presidente Massimo Perrone – a partire dalla riduzione dei tributi locali come Tari e Tasi, l’esenzione di marca da bollo e diritti di segreteria per presentare le domande, riduzione del 75% sulle pubbliche affissioni, accordi per la riduzione dei costi di fornitura di energia elettrica, impiego della Protezione Civile come personale di sicurezza e di soccorso».
Le garanzie offerte
Sul tavolo, dal canto loro, i cuochi itineranti danno garanzie di allestimenti in sicurezza: «Allestiremo stand più grandi per garantire distanze maggiori fra chi ci lavora, posizionati ad almeno 8 metri l’uno dall’altro e con almeno 15 metri davanti per code “in sicurezza”. E poi tavoli con soli 4 posti a sedere, sanificazione dei tavoli ad ogni utilizzo, transennamenti per l’accesso contingentato, postazioni di disinfettanti per il pubblico, sanificazioni costanti di toilette, cartellonistica e segnalazione a voce delle norme da rispettare da parte del pubblico» conclude ancora Perrone.