A parere dei due Comitati la decisione su dove ubicare i posti letto hospice non spetta alla Regione, ma deve essere assunta dalla Asl Asti. Infatti con il suo ultimo atto di programmazione in materia (DGR 21 – 3486 luglio 2021) la Regione Piemonte, in base allo studio dei bisogni complessivi dei territori, indicava per ogni Azienda Sanitaria del Piemonte il numero di posti letto hospice necessari. Per quanto concerne la provincia di Asti la Regione deliberava un numero di 12 posti letto estendibili sino a 18. Considerando che sono trascorsi oltre 3 anni si presume che 18 siano i posti letto necessari attualmente per il nostro territorio.
La Regione, in delibera, non ha dato alcuna indicazione per l’ubicazione dei posti letto nei territori. Si desume, da quanto letto sui giornali, che sia la Asl di Asti ad aver dichiarato la volontà di raddoppiare i posti letto di Nizza da 6 a 12. Riteniamo che non emergono ragioni per l’esternazione di tale volontà per questi motivi:
La Asl di Asti è retta da una Direzione Generale “facente funzioni”, in scadenza, che non può assumere una decisione di programmazione che riguarda tutto il territorio provinciale. Appare sconcertante come a fronte di un tema sanitario che, oltre ai Comitati scriventi, coinvolge decine di Associazioni che operano sul campo, l’attuale Direzione uscente non abbia ritenuto di confrontarsi con i soggetti portatori di interessi collettivi in materia prima di esprimersi sugli organi di stampa. Il tema Hospice è un nervo scoperto per questa Provincia, l’ultima in Regione Piemonte ad avere avuto posti letto hospice dopo richieste durate anni e numero di posti inadeguato a fronte dei bisogni. È del tutto evidente che la mappa del territorio provinciale fa emergere necessità che riguardano la città di Asti e il nord della Provincia.
Per questo motivo i Comitati ribadiscono la necessità che gli ulteriori nuovi posti letto hospice eccedenti gli attuali sei presenti a Nizza a servizio del sud della provincia siano destinati a coprire le esigenze del capoluogo e del nord della provincia e, per la loro complessità, ubicati ad Asti ove le strutture non mancano. Ribadiscono inoltre la necessità inderogabile di servizi sanitari funzionali e funzionanti per il sud della Provincia, da inserire nel Presidio Valle Belbo, che dovrà avere anche le caratteristiche di supporto all’Ospedale Cardinal Massaia oggi non più in grado di rispondere alle esigenze di tutto il territorio. Analogamente il nord della Provincia dovrà essere dotato di quelle Case di Comunità capaci anch’esse di garantire prestazioni e servizi che consentano ai cittadini di quel territorio di non dove ricorrere costantemente al Cardinal Massaia.
Per dare migliori servizi alla Valle Belbo e con essa a tutto il territorio astigiano, si potrebbe partire dalla sostituzione della ormai obsoleta macchina per Raggi X che è spesso ferma come denunciato sugli organi di informazione dai cittadini.
Roberto Gerbi (Comitato Art. 32 di Asti ) e Maurizio Carcione (Comitato Art. 32 della Valle Belbo)