La scure della tassazione sugli utili che passano dalle banche alle loro fondazioni rischia di fare una prima vittima eccellente: lo storico doposcuola Peter Pan. Nato diciotto anni fa nel quartiere
La scure della tassazione sugli utili che passano dalle banche alle loro fondazioni rischia di fare una prima vittima eccellente: lo storico doposcuola Peter Pan. Nato diciotto anni fa nel quartiere Praia con il preciso scopo di sostenere lo studio pomeridiano dei ragazzi dai 6 ai 18 anni delle scuole vicine, è diventato nel tempo molto di più. Oggi, pur tenendo fede alla sua missione principale di doposcuola, il Peter Pan rappresenta un punto di riferimento non solo per i bambini e i ragazzi, ma anche per le loro famiglie, siano esse italiane o straniere. Un impegno importante, visto che sono mediamente un centinaio i ragazzi che ruotano intorno al doposcuola gestito dalla Cooperativa Jokko coadiuvata da volontari molto attivi che aiutano le tre educatrici in servizio nell'affiancamento per i compiti, nella realizzazione di laboratori e nella gestione dei giochi.
Il doposcuola è un'attività che non conosce età: spesso ex allievi contattano gli operatori o i volontari per chiedere aiuto nel conseguimento della patente di guida o per compilare un curriculum vitae nella ricerca di un lavoro. Ci sono già le "seconde generazioni" di bambini figli di ragazzi che avevano frequentato il Peter Pan nei primi anni della sua istituzione. Una risposta, quella del doposcuola di Praia, che non riguarda solo la domanda di tipo strettamente scolastica, ma anche quella sociale, trasformandosi in uno sportello informale di informazioni e di indirizzi per chi è ai margini di una società che non facilita la vita a nessuno. Questo riguarda soprattutto le famiglie di bambini stranieri che trovano del doposcuola un luogo nel quale spesso viene dato supporto alla gestione del rapporto fra genitori e figli e per mediare nei vari conflitti, oltre che per avere informazioni sull'accesso ai servizi.
La grande forza del Peter Pan sta anche nel fatto che sia completamente gratuito, ad eccezione di una piccola quota di iscrizione che viene impiegata per l'assicurazione dei piccoli. Le educatrici e tutta l'attività si sostengono esclusivamente con i contributi di Regione, Csv, Fondazioni Cassa di Risparmio di Asti e Torino. Ma di fondi le istituzioni pubbliche ne stanziano sempre di meno e ora anche le fondazioni si trovano a fare i conti con un minor introito dovuto alla tassazione con conseguente minor redistribuzione di fondi. Quest'anno, a "tappare la falla" finanziaria è intervenuta la Compagnia di San Paolo che ha garantito i posti di lavoro delle educatrici e la qualità del servizio fino a settembre 2015, ma il rischio di dover ridimensionare il doposcuola è dietro l'angolo.
«Sarebbe una grave perdita per il quartiere se il Peter Pan dovesse tagliare i suoi servizi – spiega la presidente Cinzia Bovio – perchè andrebbe a danno di un ambito sociale ben più ampio del solo affiancamento scolastico nei compiti. Che, comunque, in un quartiere come Praia è spesso l'unica risorsa a favore dei più piccoli. Noi facciamo un appello affinchè da qui a settembre prossimo si possano trovare risorse per mantenere il servizio». Che, già oggi, si trova a dover affrontare situazioni non facili per l'esiguità degli spazi a disposizione del doposcuola. I locali della scuola Gramsci sono troppo pochi per accogliere tutti i ragazzi che scelgono il Peter Pan per fare i compiti, tanto da costringere gli educatori a fare due turni di doposcuola: quelli più grandicelli e quelli delle prime classi elementari. Ma questo porta a dover "spingere" letteralmente fuori i ragazzi di medie e superiori a metà pomeriggio, vedendoli accamparsi fuori, sulle panchine all'ingresso, perchè non sanno dove andare. Non va meglio neppure per i piccolini che i compiti, d'inverno, li fanno al freddo, visto che i termosifoni vengono spenti all'una, alla fine delle lezioni.
Daniela Peira