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Tartarughine a rischio nel laghetto di melma
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Tartarughine a rischio nel laghetto di melma

E’ uno dei posti più curiosi e amati dai bambini, ma evidentemente non suscita la stessa tenerezza nè compassione in chi, formalmente, dovrebbe occuparsene. Parliamo del laghetto delle testuggini

E’ uno dei posti più curiosi e amati dai bambini, ma evidentemente non suscita la stessa tenerezza nè compassione in chi, formalmente, dovrebbe occuparsene. Parliamo del laghetto delle testuggini ai giardini pubblici di viale alla Vittoria dove vivono una quarantina di tartarughe d’acqua insieme ai pesci d’acqua fredda che, negli anni, si sono riprodotti. La critica arriva dall’associazione Una (Uomo, Natura, Animali) che dall’anno scorso ha “adottato” gli abitanti del laghetto perchè teme che, altrimenti, la loro alimentazione sarebbe alquanto discontinua e, spesso, scorretta. «Abbiamo fatto il giro di tutti gli uffici del Comune -spiega Claudia Sgarzi, presidente di Una- ma non abbiamo mica capito bene chi dovrebbe occuparsi del laghetto. La conclusione è che abbiamo deciso di portare noi da mangiare a tartarughe e pesci perchè non volevamo vederli soffrire». Ma il cibo non è il solo problema che riguarda il laghetto.

«Già l’anno scorso abbiamo dovuto insistere a lungo perchè venisse ripulito del fondo melmoso, pieno di alghe e di rifiuti che rendeva l’acqua putrida e torbida al punto da provocare la morte per asfissia di pesci e tartarughe -dice ancora la Sgarzi- e una volta è stato pulito, ma ora siamo di nuovo daccapo, l’acqua è nera e sul fondo ci sono almeno tre carcasse di testuggini morte che non sono mai state rimosse e contribuiscono ad inquinare l’acqua». A queste richieste se ne aggiungono altre che tengono conto delle specificità delle testuggini. Una riguarda la temperatura che si raggiunge d’inverno. «Lo scorso inverno, per fortuna, l’acqua non è gelata -dice Stefano Pellitteri, un giovane socio di Una- ma in caso di temperature rigide, testuggini e pesci morirebbero. Basterebbe ritirarli in una grande vasca all’interno di quella “casetta” che si trova a fianco del laghetto e rimetterli dentro a primavera».

E poi si entra nel problema dell’educazione dei visitatori delle testuggini. I volontari dell’Una, durante i loro numerosi sopralluoghi per dare il cibo agli animali, hanno notato che spesso bambini ed adulti, forse per giocare, stuzzicano con bastoncini le testuggini che si rifugiano sui piccoli scogli affioranti, arrecando loro disturbo. Qualcuno vi getta dentro rifiuti e mozziconi di sigaretta, altamente inquinanti, altri lanciano le pietre e altri ancora, questi sicuramente in buona fede, gettano del cibo che però non sempre è adatto alla dieta di pesci e tartarughe. «Almeno qualche cartello informativo sui principali divieti potrebbe essere messo nei pressi della recinzione» dicono Pellitteri e la Sgarzi. Rete che, a tratti è troppo sollevata da terra e consente alle testuggini più piccole di passare sotto e andare a spasso per il giardino, oppure di finire sulla strada ed essere schiacciate dalle auto.

Daniela Peira

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