Un’idea interessante che, grazie ad un prodotto d’eccellenza, prevede di portare un ferace ritorno per la Valle Bormida. L’Associazione Tartufai del Monferrato ha presentato alla Regione Piemonte un progetto per la valorizzazione del tartufo nero. «La nostra zona è conosciuta per il tartufo bianco – ci spiega la Presidente Antonella Scaglia – ma la variante “nero” non è assolutamente di serie “B”».
Il mercato oggi è globale e, come per la trifola bianca, si guarda ai sellers di piazze anche straniere. «C’è anche un interesse turistico atteso che la cavatura del tartufo è diventata Patrimonio Unesco – aggiunge l’intervistata – Il “nero” ha una stagionalità di oltre 6 mesi (c’è estivo ed invernale) e ciò consente un più ampio sfruttamento, gastronomico ed industriale, con la possibilità di coltivare piante tartufigene. Le prospettive economiche e lavorative sono interessanti».