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Teleriscaldamento: AEC si rivolge ai legali
Attualità

Teleriscaldamento: AEC si rivolge ai legali

Partita tutt’altro che chiusa per Asti Energia e Calore che continua a lavorare per ottenere tutte le autorizzazioni necessarie per costruire l’impianto. Paolo Montrucchio, del fronte del no, chiede indipendenza da parte degli enti chiamati a valutare le osservazioni di AEC, controllata al 38% dal Comune, tramite Asp.

Che la partita sul teleriscaldamento fosse tutt’altro che chiusa lo si era capito poche ore dopo la conclusione della Conferenza dei Servizi che aveva bocciato l’istanza di AEC, Asti Energia e Calore, sul progetto di costruzione del teleriscaldamento con centrale al Cardinal Massaia. Un mese fa, quando la Conferenza decise di non dare il via libera al progetto (pur riconoscendo la compatibilità ambientale, come commentarono i proponenti), fu contestato ad AEC, tra le altre cose, di non possedere “i titoli di disponibilità delle aree idonei alla costruzione dell’impianto e delle opere connesse”, di non aver portato “soluzioni tecniche per la connessione relative alla rete elettrica e del gas” e di non aver incluso, perché inesistente, “la delibera del Consiglio comunale finalizzata a rendere il progetto conforme dal punto di vista urbanistico”. Aspetto, quest’ultimo, necessario anche al fine di regolarizzare l’impianto secondo i parametri privisti dalla zonizzazione acustica dell’ospedale in categoria 1.

Una bocciatura che aprì solo una nuova fase dell’iter necessario ad ottenere tutte le autorizzazioni per costruire l’impianto. Dall’AEC, dando per certo che l’impianto si farà, arrivò il commento dell’amministratore delegato Massimo Cimino: «Si apre ora una pagina nuova in grado di apportare non solo benefici ambientali, ma anche opportunità di sviluppo e occupazionali per il territorio. L’esito della Conferenza dei Servizi conferma per l’ennesima volta l’elevata qualità ambientale del nostro progetto. Raggiunto questo fondamentale risultato sarà ora possibile portare a compimento il dialogo già avviato da tempo con l’Asl di Asti per la disponibilità della aree su cui realizzare l’impianto di trigenerazione».

Un dialogo che, stando a quanto emerso negli ultimi giorni, AEC starebbe portando avanti con la consulenza di un prestigioso studio legale di Torino il quale avrebbe già fatto pervenire in Provincia una memoria. Documenti che l’Ente di piazza Alfieri avrebbe tempestivamente inoltrato all’Asl e al Comune di Asti per le valutazioni di competenza, passaggio necessario per raggiungere un accordo procedimentale tale da portare l’iniziativa di AEC alla fase operativa. Contattata in merito al coinvolgimento dello studio legale, AEC preferisce non rilasciare dichiarazioni in merito.

Al contrario, Paolo Montrucchio, contrario al progetto insieme al comitato di cittadini, che solleva perplessità circa l’aspetto di quella che definisce «una situazione di conflitto di interesse fra alcune delle parti in causa». In sintesi Montrucchio evidenzia che «AEC è una società controllata al 38% (quota superiore a quella di ogni altro socio privato) dal Comune di Asti tramite Asp, di cui il Comune controlla il 55%. Il Comune ha nominato il presidente, il vice presidente e la maggioranza dei consiglieri di Asp – precisa – Asp ha nominato il suo vice presidente, Flavio Doglione, anche presidente AEC e ha nominato un suo consigliere, Massimo Cimino, anche amministratore delegato di AEC. Quindi controllo azionario e stesse persone».

Montrucchio, nel sua lunga lettera ai giornali, sottolinea anche il ruolo dell’Asl AT che è «ente autorizzante e nello stesso tempo proprietario del terreno su cui costruire l’impianto industriale». Questo e altri motivi lo indicuno a ritenere che «la battaglia dei cavilli» potrebbe durare a lungo, ma «l’opinione pubblica deve poter essere tranquillizzata con un no netto e definitivo». Chiede per questi motivi alle forze politiche in campo per le elezioni comunali del 2017 di esprimersi chiaramente sul progetto: «Si saprà presto cosa i futuri nuovi amministratori prospetteranno concretamente, in proposito, agli elettori astigiani».

Nel frattempo l contrari al teleriscaldamento proseguono la loro battaglia anche sul web utilizzando il sito Change.org per raccogliere le firme di una petizione (si punta ad averne 1.000) da consegnare al sindaco Fabrizio Brignolo, all’assessore regionale alla sanità Antonio Saitta e al direttore generale dell’Asl AT, Ida Grossi. Per la raccolta firme c’è tempo solo più alcuni giorni, poi il plico sarà consegnati ai destinatari.

Riccardo Santagati

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