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Teleriscaldamento, i dubbi di Bosia«Inquinamento e risparmi non certi»
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Teleriscaldamento, i dubbi di Bosia
«Inquinamento e risparmi non certi»

Botta e risposta tra il sindaco Brignolo e il consigliere di minoranza, Anna Bosia (Uniti per Asti) sui benefici che porterebbe il teleriscaldamento ad Asti. Il sindaco, in un comunicato stampa,

Botta e risposta tra il sindaco Brignolo e il consigliere di minoranza, Anna Bosia (Uniti per Asti) sui benefici che porterebbe il teleriscaldamento ad Asti. Il sindaco, in un comunicato stampa, replica alle perplessità e alle domande rimaste in sospeso al termine dell’ultimo Consiglio comunale e difende l’opera, sottolineando gli «importanti benefici per lavoro e ambiente» che porterà. Brignolo ricorda che si tratta di un investimento da 40 milioni di euro grazie al quale «saranno pagati stipendi tra 14 e 22 milioni». Sì, ma chi paga?

«In ultima analisi gli sceicchi e Putin – replica Brignolo – Non viene speso un soldo pubblico e tutto si regge sul fatto che verrà dato agli astigiani lo stesso calore che ricevono oggi, bruciando molto meno metano, tanto da generare il risparmio che ripagherà l’investimento di 40 milioni di euro, il canone che sarà corrisposto al Comune (400.000 euro per i primi 3 anni, poi 100.000 euro l’anno, risorse che si trasformeranno in borse lavoro ndr) e il minor costo in bolletta per i cittadini. Il sindaco ricorda inoltre quello che sarà il beneficio per l’ambiente (equivalente a 1.600 auto circolanti in meno ogni giorno) e il fatto che, per essere appetibile, «dovranno essere praticati prezzi più convenienti di quanto oggi non si spenda con le caldaie individuali o condominiali». C’è poi la questione ospedale che, secondo una bozza di progetto, dovrebbe accogliere la caldaia di tutto l’impianto. Una localizzazione molto contestata da Anna Bosia.

«Le caldaie sono silenziose e vanno a gas naturale – puntualizza il sindaco – il miglior combustibile possibile sotto il profilo delle emissioni. Si vuole fare vicino all’ospedale perché è un grande consumatore di energia, quindi allacciandolo per primo si avrà subito un abbattimento delle emissioni: le emissioni del teleriscaldamento infatti non saranno “aggiuntive” ma sostitutive di quelle esistenti e com’è noto un motore a metano nuovo inquina meno di uno vecchio». Dall’opposizione Anna Bosia replica punto per punto alle osservazioni del sindaco portando una serie di criticità che, a suo dire, avrebbe l’intero progetto. «Circa le ricadute reali per il mondo del lavoro astigiano, a parte la diminuzione di lavoro per gli artigiani termotecnici, il sindaco non ha potuto dare alcuna certezza dovendo ammettere che le ditte astigiane dovranno eventualmente partecipare alle gare d’appalto o sperare in piccoli affidamenti diretti» risponde il consigliere di Uniti per Asti.

Anche su chi pagherà il progetto, Bosia fa una puntualizzazione: «Si tratta di un’operazione industriale in cui qualcuno investe e di sicuro guadagna. Meno sicuro è il risparmio per l’utente per cui non sono stati forniti dati certi né il progetto contiene studi di raffronto tra i costi attuali e quelli derivanti da una futura adesione al teleriscaldamento». La localizzazione della centrale all’ospedale è la critica più evidente. «Il sindaco ha dichiarato che, in fin dei conti, si tratta di  sostituire l’attuale caldaia. Noi vogliamo precisare che la centrale in progetto prevede 5 nuove caldaie, 2 motori per produzione di energia elettrica e una pompa di calore per una potenza complessiva di 80 Megawatt previsti. Il tutto con un investimento di 17 milioni di euro e con l’occupazione di un’area di 5.000 metri quadrati: ci viene il dubbio che il sindaco non conosca il progetto che ha appena approvato».

Infine la Bosia passa al contrattacco lanciando tre nuove domande: «E’ possibile approvare con delibera un atto che prevede come elemento base un accordo con l’ASL che non è mai stato fatto? Perchè la delibera di Giunta, dopo aver elencato le molte perplessità  circa l’inquinamento, le tariffe e la posizione della centrale, approva il progetto senza il corredo di alcuno studio di impatto ambientale? Se la centrale fosse collocata in area industriale, quindi con una notevole diminuzione dell’impatto ambientale, darebbe la possibilità di allacciamento ad attività produttive che beneficerebbero di costi per l’energia ridotti. Non sarebbe un vero vantaggio per l’economia ed il lavoro locale?»

Riccardo Santagati

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