Raccogliere almeno 300 firme in 30 giorni, a partire da sabato, per presentare al sindaco e all'assessore regionale alla Sanità una petizione volta a "congelare" il progetto del
Raccogliere almeno 300 firme in 30 giorni, a partire da sabato, per presentare al sindaco e all'assessore regionale alla Sanità una petizione volta a "congelare" il progetto del teleriscaldamento così da permettere ai cittadini di esprimersi con un referendum. E' questo l'obiettivo che si è dato il Comitato spontaneo dei cittadini per fermare la costruzione della centrale a ridosso del Cardinal Massaia, ma anche per stralciare l'attuale progetto, considerando una serie di criticità tecniche e ambientali già richiamate nella delibera di giunta del 19 novembre scorso. «Vogliamo che siano i cittadini ad esprimersi sul progetto presentato dall'amministrazione attraverso un quesito referendario» spiega Pierpaolo De Fina illustrando quelle che il comitato considera essere le maggiori problematiche.
«Centrale a ridosso dell'ospedale, un mercato non regolamentato, monopolio strutturale nel quale non ci sono alternative una volta allacciati alla rete («se non si vuole restare al freddo»), tecnologia vecchia e meno efficiente delle moderne caldaie a condensazione, danno ambientale perché non si usano fonti di energia rinnovabili e l'assenza di un effettivo controllo pubblico del servizio» sono solo alcuni degli aspetti contestati dal fronte del no che chiede agli astigiani di essere vigili aderendo alla raccolta firme. «Una decisione di questo tipo, presa senza il preventivo coinvolgimento dei cittadini, è prova di una mancanza di condivisione e partecipazione degli stessi abitanti» puntualizzano i portavoce del sodalizio.
Il Comitato ricorda che Brignolo, durante la campagna elettorale, si era dichiarato favorevole alla consultazione cittadina, «un punto che sembrava essere molto caro all'allora candidato sindaco per rendere il Comune quella casa trasparente che, purtroppo, non vedo in questa amministrazione» rincara la dose Maria Teresa Gandolfo, dipendente Arpa. Anche per Tiziana Valente, rappresentante di Cittadinanza attiva e del Tribunale per i diritti del malato, «la democrazia partecipata è stata elusa per questo progetto, come in altri casi, non riconoscendo ai cittadini competenze che sarebbero state utili in un momento di discussione preventiva».
l portavoce del Comitato sono convinti che non sarà un problema raccogliere 300 firme in un mese. E se il sindaco rispondesse no alla consultazione popolare? E' presto per dire cosa accadrà, sebbene un ricorso al tribunale amministrativo potrebbe rivelarsi il "piano b" per la seconda controffensiva del Comitato. Intanto le firme saranno raccolte ogni sabato sotto i portici Anfossi, a partire dalle 9 mentre una pagina Facebook servirà a mantenere aggiornati i cittadini sull'evolversi della vicenda.
Riccardo Santagati