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Teleriscaldamento: in Commissione è “guerra aperta”

Sala del Consiglio comunale affollata di cittadini, giovedì pomeriggio, desiderosi di partecipare alle commissioni congiunte sul teleriscaldamento

Sala del Consiglio comunale affollata di cittadini, giovedì pomeriggio, desiderosi di partecipare alle commissioni congiunte sul teleriscaldamento. Molti astigiani hanno preso parte alla discussione, iniziata con le critiche da parte di alcuni consiglieri di minoranza sulle tempistiche e sui modi di convocazione della riunione. Il sindaco Brignolo ha illustrato a lungo lo stato della pratica, interrotto più volte dai cittadini che l’hanno accusato di fare «uno spot» in favore del progetto di AEC. Quindi ha parlato l’assessore all’urbanistica Arri che ha spiegato i dettagli della pratica e della variante urbanistica ad essa collegata. Sono seguiti gli interventi del pubblico. «Viviamo in un territorio che ha chiuso una pista di motocross perché dava fastidio, ma che poi crea un ecomostro vicino all’ospedale – ha detto Biagio Riccio, presidente di Confartigianato e candidato a sindaco – Cosa ci guadagna la cittadinanza a fare un’operazione di questo tipo?»

«Vorrei che il sindaco ascoltasse le 5.000 persone che hanno firmato contro – ha incalzato Silvana Flori – Sindaco, compia un miracolo e faccia venire delle aziende ad Asti perché la città sta morendo. Se il teleriscaldamento serve realmente alle aziende, mettiamolo nella zona industriale, non all’ospedale». «In Italia abbiamo il doppio delle aziende che creano energia elettrica rispetto al necessario, – ha commentato Paolo Montrucchio – perché ad Asti dobbiamo farne una nuova? La metà di queste è alimentata a fonti rinnovabili, qui vogliamo bruciare metano nel centro della città. Inoltre l’Arpa ha contestato i numeri forniti da AEC, ma il sindaco si basa su questi numeri per promuovere il teleriscaldamento. Un esempio? Si parla di 500 palazzi che si collegheranno: ma quali sono questi palazzi? Gli astigiani – ha concluso Montrucchio – non vogliono il teleriscaldamento e nelle prossime elezioni si ricorderanno di chi ha detto sì».

Ha poi preso la parola Giancarlo Dapavo di Legambiente: «Noi, negli anni, abbiamo suggerito diverse soluzioni per l’inquinamento ad Asti e per ridurlo si deve intervenire sul traffico che incide al 70%. Le caldaie dei condomini incidono al 20%. Quello che vogliono fare è un impianto obsoleto perché produce acqua a 95°, uno spreco di risorse dal momento che nei condomini, al massimo, si usa acqua a 60°».

Filippo Di Modica ha posto alcune domande all’assemblea: «Perché insieme al teleriscaldamento viene messa l’energia elettrica e il raffrescamento che non sono pubblici servizi? Perché dal teleriscaldamento si è arrivati ad un progetto di trigenerazione?» Alessandro Mortarino di “Stop al consumo del territorio” ha invece rilevato il ruolo della commissione rispetto all’iter della pratica. «Il Comune ha chiesto all’Asl i terreni, come? Si è parlato di finanza? Se l’Asl decidesse che l’area vale un miliardo di dollari che succede? Se mancano i dati finanziari come fanno i commissari ad esprimersi? In questo momento che documenti ufficiali ci sono sulla disponibilità dell’area? Credo che siano osservazioni importanti, altrimenti su cosa discutiamo in questa sede?»

Riccardo Santagati

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