I piani di ampliamento della GIOVI, che dal 1987 si occupa di di progettazione, realizzazione e installazione di quadri elettrici, prevedono un ampliamento di 6 mila quadri nella zona di frazione Molini dove già si trova una parte dell’azienda con una superficie di mille metri quadri; questa si aggiunge alla sede principale da 10 mila metri quadri lungo la statale Asti-Alba: i numeri complessivi della GIOVI sono di una struttura da 11 mila metri quadri, con 105 addetti. «E l’ampliamento che abbiamo intenzione di realizzare garantirebbe 50 nuovi posti di lavoro», sottolinea il titolare Giorgio Rosso, lamentando però il sostanzioso esborso da affrontare tra oneri di urbanizzazione comunali e contributo straordinario alla Regione.
«Si tratta di una normativa assurda: una norma nazionale, il Dpr 380/2001, che è stato recepito dalla Giunta precedente con due delibere del febbraio 2016 e del marzo 2019. Stiamo rivedendo la legge urbanistica: faremo in modo di modificare questa disposizione entro l’anno. Le aziende devono essere aiutate, non ostacolate, soprattutto in un periodo complicato come quello che stiamo vivendo», dicono il Presidente della Regione Alberto Cirio e il vicepresidente e assessore all’Urbanistica Fabio Carosso (foto).
«Per ampliare il suo sito produttivo attraverso l’acquisizione di un capannone e dei terreni confinanti, in base alla normativa nazionale, la GIOVI srl di Isola dovrebbe pagare 160 mila euro di contributo straordinario per la conversione dei terreni da agricoli ad industriali. Siamo già al lavoro per modificare il provvedimento e ovviare ad una situazione che è davvero inconcepibile e rispetto alla quale l’azienda GIOVI ed il Comune di Isola d’Asti hanno tutto il diritto di eccepire. La nostra amministrazione vuole agevolare gli investimenti delle aziende in Piemonte. Gli uffici dell’Assessorato che hanno seguito la pratica fino ad oggi sono a disposizione per gli ulteriori passaggi amministrativi che si renderanno necessari», aggiungono i vertici piemontesi.
Ma il vicegovernatore Carosso, astigiano di Coazzolo, sottolinea anche: «Naturalmente, come in ogni cosa, serve il giusto equilibrio: da una parte è nostro dovere tutelare i terreni agricoli e preservarli dal consumo di suolo; dall’altra è vitale sostenere le aziende che intendono rimanere sul territorio, creando occupazione e favorendo l’economia locale. Occorre dunque agire tenendo presenti questi due aspetti e con il necessario equilibrio».