Trenta giorni di tempo per ripristinare la provinciale 18 Cunico-Lauriano, interrotta dal 17 aprile per le frane verificatesi, a seguito delle intense piogge, in località Maroero, nel comune di Cocconato, e in località Valbosone, nel comune di Lauriano. È questo l’ultimatum inviato dalla società Sorelle Audino, proprietaria del ristorante La Moia, tramite l’avvocato Guido Cardello. Sono ormai quattro mesi che il paese è isolato sia da Cocconato, dove gli abitanti gravitano per tutti i servizi (Asl, banca, posta, carabinieri, negozi), sia da Lauriano, da dove si raggiunge Chivasso, sede dell’ospedale di riferimento, del mercato e centri commerciali frequentati dai tonenghesi.
Per raggiungere Tonengo gli unici percorsi sono dalla provinciale 458, salendo ad Aramengo per la strada di Ozzano-Valore o da Casalborgone e da qui proseguendo lungo la provinciale 101, oppure da Cavagnolo salendo a Moransengo; in entrambi i casi si tratta di strade strette e tortuose, dove se si incrocia un altro veicolo diventa un problema. Il tragitto Cocconato-Tonengo si allunga così da 6 a circa 14 km, con maggiori tempi e costi.
Nella diffida, inviata alla Provincia di Asti e alla Città Metropolitana di Torino e per conoscenza ai Comune di Cocconato, Lauriano e Moransengo-Tonengo, viene segnalato che il ristorante ha perso il 50% della clientela e conseguentemente di fatturato e preannuncia la richiesta della cassa integrazione per i propri dipendenti. L’avvocato dà anche cinque giorni di tempo per definire in via stragiudiziale il risarcimento dei danni materiali, morali e patrimoniali subiti dalla società e per segnalare adeguatamente i percorsi alternativi. Effettivamente per chi non è della zona raggiungere Tonengo può essere non facile, visto che ci sono solo i cartelli con la scritta “strada chiusa”, ma nessuna indicazione sui tragitti alternativi.
Il locale della famiglia Audino, attivo dal 1969, conta sui 300 coperti e nei fine settimana è sempre pieno: i clienti arrivano soprattutto dal Torinese e dall’Astigiano, ma anche dal Milanese, attratti dalla cucina casalinga (fra le specialità gli agnolotti, il fritto misto, il bollito misto), dalla quantità delle portate e dai prezzi contenuti. Durante la settimana era frequentato specie per i pranzi di lavoro.
Anche la Coldiretti di Asti con il presidente Monica Monticone e il direttore Giovanni Rosso, è intervenuta per segnalare i gravi danni subiti dall’azienda agricola Marové di Adriano Cavallito, situata in prossimità del movimento franoso, con la compromissione dell’entrata interpoderale dei coltivi situati a valle (16 ettari in corpo unico di vigneti e noccioleti) chiedendo tempestivi interventi di messa in sicurezza dell’area. Anche la storica osteria La Pompa, gestita dallo stesso Cavallito, ha subito un calo di clientela, per le difficoltà di raggiungerla dal Chivassese.
La Provincia di Asti si è da subito attivata per il ripristino della frana a Maroero affidando la progettazione all’ing. Roberto Sperandio e appaltando i lavori d’urgenza all’impresa Geo-Edil di Agliano Terme per 496 mila euro (il cantiere è attivo da oltre un mese). La Città Metropolitana di Torino aveva affidato allo studio Geodes la redazione dello studio di fattibilità tecnico-esecutiva, trasmesso l’8 agosto, per un importo complessivo di 850 mila euro; con una variazione di bilancio ha stanziato 200 mila euro per i primi interventi finalizzati alla riapertura parziale della strada tra la frazione Piazzo di Lauriano e Tonengo.
Si tratta, in entrambi i casi, di interventi complessi, non limitati alla sola ricostruzione del sedime stradale, ma che comportano anche il consolidamento e stabilizzazione dei versanti a monte e valle.
L’interruzione stradale, oltre ai disagi per raggiungere i locali di ristorazione della zona (oltre al Moia e La Pompa, il Vecchio Castagno, proprio sopra il tratto crollato e Il Gheug a Moransengo), ha costretto a modificare le corse di autobus della linea Cocconato-Chivasso-Torino con un ritardo medio che varia da 30 a 60 minuti a causa delle deviazioni di percorso. Variati forzatamente anche i percorsi degli scuolabus, che devono compiere un giro molto più lungo per raccogliere i ragazzi nelle varie borgate. Disagi anche per le ambulanze che devono recarsi alla casa di riposo Anni Azzurri.