La prima a darne notizia è stata La Repubblica di Genova di sabato scorso: tonnellate di ceneri provenienti dalla centrale termoelettrica di Vado Ligure, i cui vertici sono stati indagati, sarebbero
La prima a darne notizia è stata La Repubblica di Genova di sabato scorso: tonnellate di ceneri provenienti dalla centrale termoelettrica di Vado Ligure, i cui vertici sono stati indagati, sarebbero state smaltite nel Basso Piemonte, anche in provincia di Asti, dentro enormi crateri scavati a diversi metri di profondità e poi ricoperti da terra. Un fatto sul quale sta tentando di far luce la Direzione Distrettuale antimafia di Genova che per ora ha indagato due alti dirigenti della Centrale Tirreno Power, titolari di ditte specializzate in smaltimento dei rifiuti speciali e una serie di autotrasportatori che facevano la spola tra Savona, il Cuneese e lAstigiano per portare le ceneri da interrare.
Alla vicenda lavorano anche i carabinieri del Noe che, secondo alcune indiscrezioni, avrebbero di nascosto seguito i Tir e un anno fa la Guardia di Finanza di Savona avrebbe già portato campioni di terreni prelevati in Piemonte da analizzare per verificare la presenza al loro interno delle ceneri prodotte dalla Tirreno Power.
Le ceneri che si ipotizza possano essere state interrate nel sud astigiano, sarebbero sia nere che bianche, ovvero sia quelle derivanti dalla combustione diretta del carbone per produrre energia che quelle risultanti dallabbattimento dellanidride solforosa e solforica mediante calcio. Entrambe considerate rifiuti speciali da smaltire in stabilimenti industriali prima del loro riutilizzo nella produzione di mattoni per pavimentazione. Sulla vicenda è intervenuto il consigliere regionale Fabrizio Biolè che ha presentato uninterrogazione urgente per sapere quali sono i dati a conoscenza della Regione.