Ha tutti gli elementi di un giallo il caso “dell’acqua non potabile” (pare, ma più passa il tempo, più ci sono dubbi a riguardo, per la presenza di tracce di sabbia) che ha messo in allerta i genitori della scuola elementare Laiolo (San Carlo) di corso Alba, ad Asti. Scuola oggetto di lavori, inaugurata a settembre dopo un lungo cantiere finanziato con il Pnrr che ha permesso di ampliare i locali disponibili. Un caso che, da quanto si è potuto apprendere, sarebbe nato per la mancanza di comunicazione (o un eccesso, a seconda di come la si veda) tra diversi attori della vicenda. Infatti, è bene evidenziarlo a scanso di equivoci, a oggi il Comune nega che ci siano criticità sull’acqua della scuola o che esistano residui di sabbia tali da sconsigliarne il consumo potabile. Ma la querelle è esplosa dopo un’interpellanza presentata dal consigliere comunale Mario Malandrone di Ambiente Asti.
Quest’ultimo è stato allertato da alcuni genitori della scuola (che fa parte dell’Istituto Comprensivo 2) perché sui diari dei figli è stato incollato un avviso nel quale viene indicato che “non sarà possibile bere l’acqua dei rubinetti per diversi mesi (acqua potabile, ma con probabili trecce di sabbia)”. Nello stesso si invitano gli studenti a portare da casa una borraccia o una bottiglietta d’acqua. Quindi probabili tracce, non certe, ma abbastanza da mettere in allerta molti.
Però, come in un buon giallo, la domanda sorge spontanea: chi ha scritto l’avviso diffuso alle famiglie? Sembra che tutto sia nato da un controllo effettuato da un tecnico del Comune (ispezione di cui, però, gli uffici non sarebbero stati a conoscenza e su cui, in ogni caso, il dirigente dei Lavori pubblici sta facendo i suoi accertamenti) che avrebbe trovato le presunte impurità nell’acqua. Informata dal tecnico, una delle maestre, di certo in buonafede, avrebbe preso la decisione di avvisare i genitori, ma senza prima confrontarsi con la dirigente scolastica sulla linea da adottare. A rendere ancora più complicata la storia è il fatto che Malandrone, nell’interpellanza, attribuisca erroneamente l’avviso sui diari proprio alla “dirigenza scolastica” che in realtà non c’entra nulla.
«Non ero assolutamente a conoscenza di questa storia, né del controllo sull’acqua che è stato fatto senza che ne fossi informata – spiega la dirigente Rosa Savarese – Non ho diramato io quell’avviso inserito nei diari, né l’ho fatto pubblicare sull’Albo pretorio dell’istituto. Si tratta, a quanto sembra, di una decisione presa da una maestra a cui ho già chiesto informazioni a riguardo e con la quale parlerò nelle prossime ore. Allo stesso tempo ho domandato agli uffici comunali di accertare se sia stato messo agli atti un rapporto di questa ispezione idrica fatta da questo tecnico. È chiaro che adesso, per scrupolo, attendo dal Comune tutte le informazioni che potrà fornirci. Ma, alla luce di quanto ricostruito, oggi non c’è nulla di scritto che confermi la non potabilità dell’acqua o la presenza di tracce di sabbia». Non è escluso che, per un’ulteriore sicurezza, si provveda a effettuare una nuova analisi dell’acqua.
La vicesindaca Stefania Morra, interpellata sul caso, conferma a sua volta che «l’acqua della scuola è potabile e non ci sono informazioni che dicano il contrario». Dal canto suo, il consigliere Malandrone, dopo il tam-tam mediatico, aggiunge: «Non ho mai voluto mettere in discussione la dirigente scolastica o il suo operato, ci mancherebbe, ma come consigliere comunale ho il dovere di chiedere spiegazioni su una scuola appena inaugurata e con possibili problemi nell’uso dell’acqua. Ho pensato che l’avviso fosse della dirigenza, perché di solito questi avvisi vengono concordati con i vertici. Appurato che non è questo il caso, attendiamo di sapere l’esito di questa verifica».