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Il futuro dei treni localiè nei “nodi simmetrici”
Attualità

Il futuro dei treni locali
è nei “nodi simmetrici”

Ogni anno la spesa complessiva per la mobilità da parte degli Italiani è di 166,6 miliardi di euro, pari al 12% del PIL. Una cifra sufficiente a chiarire quanto un mercato per il trasporto pubblico

Ogni anno la spesa complessiva per la mobilità da parte degli Italiani è di 166,6 miliardi di euro, pari al 12% del PIL. Una cifra sufficiente a chiarire quanto un mercato per il trasporto pubblico locale sia decisamente presente; tutto sta, al limite, nel valutare l'appetibilità economica delle singole tratte per chi effettua il servizio, in parallelo alla competitività del medesimo, per gli utenti, come alternativa all'uso dell'automobile. Se ne è parlato sabato a Castagnole Lanze in una giornata di formazione organizzata da AFP-Associazione Ferrovie Piemontesi, Forum Salviamo il Paesaggio e Comitato Treno Alpi Liguri, con il proposito di fornire un quadro completo sulla situazione del trasporto pubblico locale al netto delle forzature "di parte".

«Ci sono paesi europei in cui il TPL è totalmente privato, con sue regole. La scelta italiana è stata per il sostegno pubblico, sebbene con scarsa chiarezza, e distinguo regionali, su quale sia il servizio minimo garantito per tutti -? ha spiegato il dott. Ferdinando Stanta, dell'omonimo studio di consulenza di Milano -? La legge dice che almeno il 35% delle risorse utilizzate per i treni deve provenire dai biglietti. Ciò vale a livello complessivo, di rete: una tratta che, da sola, non raggiunga questa soglia non è automaticamente da sopprimere».

La scarsa chiarezza in merito al servizio minimo ha visto casi in cui si sarebbero preservate linee storiche, magari inefficienti, a scapito di una vera riorganizzazione del servizio, meglio ancora se in integrazione tra i diversi mezzi di trasporto (treni, bus, anche biciclette) come già avviene, per esempio, in Svizzera. La soppressione delle linee ferroviarie di solito passa attraverso la denuncia, da parte della politica, di costi eccessivi del servizio. L'ing. Andrea Debernardi, dello studio META di Monza, ha analizzato gli elementi che determinano tali costi: infrastruttura, esercizio (in base al percorso chilometrico), personale (in base ai tempi di viaggio), più alcune spese fisse: «Se la velocità è elevata, cala il costo del servizio e i biglietti diventano competitivi. Meno convenienti i percorsi locali, che coprono distanze minori a velocità ridotte».

Soluzioni all'avanguardia sono per esempio i "nodi simmetrici": treni che si incontrano a orari cadenzati, gli stessi orari e luoghi da cui si potrebbero far partire i bus. E se secondo l'ing. Stefano Sibilla, l'infrastruttura ferroviaria va tutelata in quanto difficilmente ripetibile, un invito a una maggiore presenza dei treni sul territorio Unesco è giunto dall'arch. Giovanni Currado: «Se manteniamo come riferimento le stazioni ferroviarie la mobilità locale potrà crescere in modo sostenibile».

Fulvio Gatti

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