E sono 61 i nuclei in attesa di accogliere un minore in affido, numero destinato ad aumentare nei prossimi mesi. I dati forniti dallAssessore ai Servizi Sociali Piero Vercelli. Le assistenti sociali: «Consente ai minori di bonificare limmagine dei genitori»
Attualmente sono 32 le famiglie affidatarie con cui lavorano i Servizi sociali del Comune. I quali, comunque, dispongono di una banca dati che conta 61 nuclei in attesa di accogliere un minore in affido, numero destinato ad aumentare nei prossimi mesi in quanto gli uffici stanno svolgendo diverse istruttorie preventive. E emerso nei giorni scorsi, in occasione di una conferenza stampa promossa dallassessore Piero Vercelli cui hanno partecipato le assistenti sociali Claudia Binello, referente per gli affidi, e Alessandra Placchi, che si occupa del supporto psicologico alle famiglie. «A seguito del convegno di novembre, promosso dalla consigliera comunale Mariangela Cotto e organizzato dallUnità operativa minori del Comune ha affermato lassessore Vercelli – abbiamo registrato un notevole incremento delle richieste di affido e un interesse crescente verso questo istituto, ragion per cui abbiamo pensato che ricordarne lesistenza è utile per svilupparlo. Siamo infatti convinti che laffido rappresenti un valido sostegno ai minori e alle loro famiglie in temporanea situazione di disagio, proponendosi come alternativa allinserimento in comunità».
Laffido è regolato dalla legge 184 del 1983, modificata dalle legge 149 del 2001, che stabilisce il diritto del minore a crescere in una famiglia, e tutela i bambini indicando delle soluzioni alternative allinserimento in struttura. Lobiettivo è venire incontro alle esigenze del bambino generalmente si tratta di minori che hanno sofferto per traumi e carenze che ne hanno influenzato la crescita e lo sviluppo e sostenere e supportare le famiglie di origine, in modo che recuperino le energie indispensabili per evolversi nel ruolo genitoriale. Per legge ha una durata massima di due anni, ma può essere rinnovabile più volte. «Dopo il convegno ha ricordato Claudia Binello abbiamo ricevuto molte richieste da parte di coppie con figli o senza, ma anche di single e studenti universitari. Infatti il nucleo cui vegono affidati uno o più bambini può essere costituito da coppie con o senza figli, sposate o conviventi o anche da persone singole, senza vincoli di età rispetto al minore».
Alessandra Placchi ha poi sottolineato le ricadute a livello psicologico. «Per i bambini lingresso in una famiglia affidataria non è semplice, ma questa esperienza può dare tanto, in quanto consente di bonificare limmagine non adeguata degli adulti che fino a quel momento hanno conosciuto. Sono bambini che chiedono tanto, in quanto provengono da famiglie che non hanno in mente i loro figli, né dal punto di vista affettivo né pratico. Anche le famiglie affidatarie crescono grazie a questa esperienza, ma è importante che si confrontino con noi prima di dare lassenso, in modo da dissipare tutti gli eventuali dubbi, dato che dopo lingresso del bambino la loro vita cambia molto». In conclusione una precisazione dellassessore Piero Vercelli. «Non siamo contro le comunità, che sono molto utili ha affermato ma ci sentiamo di promuovere listituto dellaffido in quanto il rapporto 1:1 ha ricadute migliori sul minore, senza contare laspetto economico, dato che laffido costa meno rispetto alla comunità nonostante il contributo mensile offerto alle famiglie affidatarie». Per ulteriori informazioni: 0141/399522, www.comune.asti.it
Elisa Ferrando