A quattro mesi dall'accorpamento del tribunale di Alba a quello di Asti si fa sempre più aspra la contestazione degli avvocati e delle amministrazioni langarole contro la riforma della geografia
A quattro mesi dall'accorpamento del tribunale di Alba a quello di Asti si fa sempre più aspra la contestazione degli avvocati e delle amministrazioni langarole contro la riforma della geografia giudiziaria. Di giovedì la notizia della Corte Costituzionale che ha dichiarato inammissibile la richiesta di referendum abrogativo delle norme sulla revisione delle circoscrizioni giudiziarie. Un referendum che, per la prima volta nella storia, era stato richiesto non da cittadini comuni, ma da nove regioni fra le quali anche il Piemonte il cui Governatore Cota non ha mai nascosto la sua opposizione alla fusione fra Alba e Asti. Dunque il referendum non si farà. La scorsa settimana una delegazione astigiana ed una albese, in momenti diversi, sono stati accolti dalla Commissione che sta vigilando sull'andamento degli accorpamenti e ognuna di loro ha presentato la situazione attuale in modo diametralmente opposto. Per gli astigiani l'accorpamento è riuscito e quasi tutto è andato al suo posto, per gli albesi invece no e bisogna tornare indietro sulla decisione.
Così convinti della necessità di far tornare la sede del tribunale ad Alba che il presidente dell'Ordine degli Avvocati Giancarlo Bongioanni ha fatto sapere che lo Stato non dovrebbe sostenere le ulteriori spese di un trasloco all'indietro, perchè numerose aziende albesi, anche le più note, sono disponibili a mettere insieme quanto serve per un rientro, purchè questo venisse disposto. E proprio l'avvocato Bongioanni, insieme al sindaco della città Marello, avvocato anch'esso (come peraltro il sindaco di Asti Brignolo), sottolinea come sia un'assurdità questo accorpamento: «Il Pil dell'Albese è più che doppio di tutto l'Astigiano. Alba continua a dare il suo contributo allo Stato senza ottenere nulla in cambio». Dure critiche non vengono risparmiate neppure ai colleghi avvocati astigiani i quali, secondo Bongioanni: «Fin dal primo giorno di udienza nel nuovo tribunale hanno tenuto un atteggiamento ostile, quasi da colonizzatori e questo ha rappresentato un forte rammarico per noi albesi».
Il presidente dell'Ordine degli Avvocati di Asti Giorgio Todeschini, dopo quattro mesi di aplomb e di signorile respinta degli atteggiamenti conflittuali, alla notizia dell'astensione dalle udienze proclamata dagli avvocati albesi dal 20 al 28 gennaio, ha inviato una lettera di sfogo in cui parla di pretestuose finalità e motivazioni poste dai colleghi albesi. «L'esperimento è fallito solo per chi ha già deciso che deve essere un fallimento -scrive Todeschini- gli uffici di Asti sono adeguati, tutti i giudici ed impiegati hanno trovato una sistemazione più che dignitosa. Sono stati trattati tutti i processi con smistamenti solo quando il giudice è cambiato, non vi sono state perdite di fascicoli ed ingiustificati rinvii di udienza. Le deleghe ai professionisti esterni nelle esecuzioni immobiliari sono volute dalla legge e avvenivano già presso il Tribunale di Alba prima dell'accorpamento».
Affondando sul piano del comportamento personale: «L'atteggiamento conflittuale che è persistito in taluni casi, anche dopo l'accorpamento, pare, allo stato, l'unico vero ostacolo al rapido conseguimento degli obiettivi di recupero di efficienza e ogni avvocato, sia di Alba che di Asti, non può che essere incondizionatamente grato a Sindaco, presidente del Tribunale, Procuratore, dirigenti e cancellerie per la loro disponibilità a prendere in esame istanze, richieste e soluzioni». L'avvocato Bongioanni, alla ricezione della lettera ha commentato: «Sono stupito che a fronte di un ente che esercita il suo diritto di sciopero nascano contestazioni e critiche proprio da un ente "collega". Riuniremo l'Ordine di Alba e risponderemo».
Daniela Peira