Il tumore è una malattia che non colpisce solo una persona, ma anche tutta la sua famiglia. Famiglia che potrebbe essere letteralmente travolta da questo evento se non adeguatamente aiutata. E una famiglia più serena può essere di grande aiuto ad un malato oncologico
Il tumore è una malattia che non colpisce solo una persona, ma anche tutta la sua famiglia. Famiglia che potrebbe essere letteralmente travolta da questo evento se non adeguatamente aiutata. E una famiglia più serena può essere di grande aiuto ad un malato oncologico.
E’ partendo da questa considerazione che è stato portato anche ad Asti un progetto già attivo in altre Asl del Piemonte e si chiama “Protezione Famiglie Fragili”.
A spiegarne i dettagli è stato il dottor Franco Testore, primario di Oncologia dell’ospedale di Asti, a margine dell’incontro di sabato scorso sulle fragilità.
«La malattia oncologica può essere una deflagrazione e cambiare la vita di un’intera famiglia – ha spiegato – Pensate se ad essere colpito è l’unica persona che lavora o l’unica che guida l’auto (penso al caso di famiglie di anziani) oppure se è quello che si occupa in via prevalente di un’altra persona malata o disabile. Oppure ai tristissimi ma frequenti casi in cui ad ammalarsi è una giovane madre con figli piccoli. In tutti questi casi, la diagnosi di malattia arriva a distruggere l’equilibrio di molte persone, non solo del paziente». Il progetto si propone di prendere in carico il paziente, di valutare contestualmente il “livello di fragilità” della sua famiglia attraverso una mini équipe formata da un psicologo e da un assistente sociale e di attivare una soluzione per alleviare il “disagio” che comporta la sua malattia e la sua cura.
«Pensiamo ad educatori a progetto per assistere figli piccoli, ad assistenti domiciliari per sbrigare le faccende di casa, ad un supporto psicologico, a tutori legali nel caso in cui i malati siano genitori single con figli minori» spiega il dottor Testore. Ma anche a chi possa mettere a disposizione case e alloggi per soggiorni temporanei di pazienti o famigliari.
«Contiamo di partire a gennaio e abbiamo dalla Rete Oncologica Piemontese i fondi per il primo anno, poi vedremo come reperirli». L’associazione capofila è l’Astro, nota e riconosciuta per il suo impegno in campo oncologico.
«Non verranno mai dati soldi alle famiglie – precisa ancora Testore – ma verranno finanziati contratti a termine di figure professionali e competenti che possano “sostituire” il paziente nel corso della sua malattia».
Da una prima stima saranno circa 30 le famiglie che beneficeranno, per iniziare, di questo progetto.
d.p.