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Turismo di prossimità: la ricetta in un libro su misura per il Nord Astigiano

Scritto dal professor Dario Rei che propone un’istituzione autonoma che lavori ai progetti nonostante i cambi delle amministrazioni locali

Ai tanti che negli ultimi tempi hanno parlato, discusso, proposto, contestato progetti di valorizzazione turistica del Nord Astigiano, potrebbe essere utile leggere il libro di Dario Rei “Turisti a km 0”, edizioni Gaidano&Matta, un ragionamento per iscritto sulle tante informazioni e sensibilità raccolte dall’autore da quando, oltre 20 anni fa, “capitò” a vivere ad Albugnano.
Lui, docente di sociologia, ha intrapreso un percorso di “appaesamento” per comprendere il microcosmo in cui aveva iniziato a vivere, così diverso dal suo precedente ambiente urbano di Torino. E, tessera dopo tessera e spesso non senza fatica, ha ricostruito il mosaico di quella società che popola le colline al confine con il Torinese.
Il professor Rei, attraverso la dimensione storica, quella del presente e quella del futuro, si immagina un modello di turismo di prossimità, quello formato da visitatori che non si spostano oltre i 25 km dalla propria residenza. La distanza, grosso modo, del Nord Astigiano dal capoluogo di provincia, da Torino, un po’ meno da Chieri e da Chivasso.
Un termine di grande attualità, visto che lo stesso PNRR prevede, fra i suoi obiettivi, il riorientamento dei flussi turistici: basta iperconcentrazione di grandi masse di visitatori in poche città d’arte o luoghi noti nella massificazione dei tour, ma una dispersione anche sui cosiddetti siti minori che però hanno molto da offrire. Soprattutto a un turista che tenga conto non solo dei luoghi, ma anche della loro cultura, storia, delle relazioni sociali instaurate e delle pratiche quotidiane che ne fanno un luogo unico.
E il Nord Astigiano è un gran bel candidato a questo tipo di turismo.
Iniziando dalla Rete del Romanico che ha messo insieme decine di Comuni sui cui suoli sorgono gioielli romanici più o meno conosciuti.
Indispensabile la propensione dei residenti ad accogliere, coinvolgere, riconoscere il patrimonio in cui hanno la fortuna di vivere.
Sempre il professor Rei, sulla scorta dell’iniziativa del tutto pionieristica dell’Abbazia di Vezzolano che da anni è fruibile solo grazie ai volontari dell’associazione InCollina, ricorda che bisogna anche superare l’idea secondo la quale di un bene storico, culturale artistico debba occuparsene esclusivamente la proprietà.
«Questo porta il più delle volte a vedere chiusi questi luoghi d’arte – ha detto Rei – Mentre la condivisione della cura porta valore a tutti».
Che ruolo lasciare ai Comuni nella gestione dei beni turistici?
«Ritengo che serva creare delle istituzioni stabili che perseguano gli obiettivi anche al cambiare delle singole amministrazioni comunali – suggerisce il professor Rei – Cosa difficile è condividere asset turistici superando i vari campanilismi. L’unica è stilare un “catalogo” sul quale concentrare obiettivi e risorse di tutti».

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