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Ultimatum: a marzo sgombero dell’ex Mutua
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Ultimatum: a marzo sgombero dell’ex Mutua

Sette famiglie che lì vivono dal 2010 e per le quali l’Asl, proprietaria dell’immobile, ha chiesto lo sgombero in vista del passaggio di proprietà ad una società che intende farne una casa di riposo

Qualcosa con il sit-in dvanti alla sede amministrativa dell’Asl di Asti di via Conte Verde, attivisti e famiglie occupanti lo hanno ottenuto: l’Asl è disposta a “trattare” sul risarcimento danni sentenziato dal tribunale di Asti qualche settimana fa alla chiusura del processo sull’occupazione dell’ex Mutua di via Orfanotrofio.

Sette famiglie che lì vivono dal 2010 e per le quali l’Asl, proprietaria dell’immobile, ha chiesto lo sgombero in vista del passaggio di proprietà ad una società che intende farne una casa di riposo.

I componenti delle sette famiglie, oltre ad amici e a volontari del Coordinamento Asti Est, sono stati condannati per l’occupazione e il giudice ha disposto un risarcimento danni di 15 mila euro, in via provvisoria, in attesa di quantificare esattamente il risarcimento al momento dello sgombero.

Uno striscione è comparso sulla cancellata all’ingresso della sede dell’Asl e una ristretta delegazione del Coordinamento è stata ricevuta dal direttore amministrativo e da alcuni funzionari.

I volontari hanno chiesto un “uso socialmente utile” dell’ex Mutua, ma dall’altra parte è stato ribadito il corso che prenderà il destino dello stabile. Unica apertura, appunto, quella di una trattativa sul risarcimento danni.

Nei giorni scorsi, ad ognuna delle famiglie occupanti, è arrivata una lettera in cui, anche a seguito della condanna penale, veniva intimato di lasciare l’immobile entro la fine di marzo.

Fra coloro che erano presenti al sit-in e hanno poi tradotto la loro posizione in una nota, anche i consiglieri comunali beppe Passarino, Beppe Rovera e Michele Anselmo: «IL sit-in richiama alla solidareità e alla presa d’atto, da parte del comune, del fallimento, almeno parziale delle iniziative fin qui proposte a rimedio di chi si trova in emergenza abitativa. Tocca all’mministrazione civile, a questo punto, impugnare le redini e mettere a punto un piano strategico che individui priorità e interventi mirati. Un’amministrazione che chiami ad un tavolo di progettazione tutti i soggeti interessati: Atc, Asl, associazioni di categoria, organismi sindacali, rappresentanti dei gurppi di volontariato. Chi ripaga la città del danno patito per l’inerzia, l’incapacità, il disinteresse, il rimando continuo mentre si consumava, in una inspiegabile sequela di distrazioni, una delle truffe più insopportabili alle spalle dei deboli: i quasi 10 milioni di euro sottratti alle casse Atc per cui è stato condannato l’ex direttore Santoro».

I problemi abitativi entrano anche in una riunione della Cgil che ha preso posizione con un ordine del giorno: «E’ necessario aumentare la disponibilità di alloggi dignitosi a prezzi contenuti predisponendo soluzioni d’emergenza per i casi più gravi. Non va mai dimenticato che perdere la casa compromette l’equilibrio familiare, la dignità delle persone, la stessa possibilità di tutelare condizioni di igiene e di salute».

Rimandando alla condanna del giudice, la Cgil sottolinea come «dopo che la magistratura ha fatto quanto di sua competenza, chi dirige la cosa pubblica, a livello nazionale e locale, dovrà pure fare la sua parte. Quale risposta per nuclei familiari, con bambini in tenera età che non sanno letteralmente dove andare?».

Con un paradosso davanti a tuti: «Immobili, soprattutti pubblici, abbandonati all’incuria a fronte di persone per strada: una contraddizione lampante che ci auguriamo venga affrontata con la serietà che merita».

Daniela Peira

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