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«Un bilancio di bugie ed errori»La minoranza accusa il sindaco
Attualità

«Un bilancio di bugie ed errori»
La minoranza accusa il sindaco

«Asti non è mai stata così a terra, è il punto più basso mai raggiunto e questo sindaco è degno dello stato in cui versa la città». Non usa mezze parole il consigliere Fabrizio Imerito (Forza

«Asti non è mai stata così a terra, è il punto più basso mai raggiunto e questo sindaco è degno dello stato in cui versa la città». Non usa mezze parole il consigliere Fabrizio Imerito (Forza Italia) nel descrivere, durante una conferenza stampa convocata con altri colleghi dell’opposizione, il quadro generale della città dopo l’approvazione del bilancio preventivo 2016. Imerito e i consiglieri Angela Quaglia, Maurizio Lattanzio, Gianfranco Imerito, Marcello Coppo, Piero Ferrero e Giorgio Galvagno hanno incontrato i giornalisti sabato mattina per ribadire molte delle osservazioni già dette durante la maratona per l’approvazione del documento finanziario comunale.

«Un bilancio fotocopia di quello dell’assestamento di novembre 2015 che ha consentito di coprire le spese non finanziate quando venne approvato il preventivo dell’anno scorso – commenta Maurizio Lattanzio (Lista Civica) – Brignolo ha decantato tagli di tasse che non esistono o che non dipendono da lui, perché la TASI sulla prima casa è stata abolita dalle Legge di Stabilità mentre il taglio della TARI è la conseguenza di una diversa distribuzione degli ammortamenti dei crediti inesigibili nel corso del tempo: si spalmano su più anni e, di conseguenza, diminusce l’accantonamento annuale». Marcello Coppo (Fratelli d’Italia) ha riportato dati sulle poste di bilancio inerenti il piano integrato della sicurezza urbana, «ovvero zero e, in una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo, è tragico».

«D’altro canto abbiamo il caso clamoroso del bus per San Grato, quello usato da un gruppo di rom dove, piuttosto che far applicare una regola, si immagina di togliere il servizio – ricorda il consigliere – Noi siamo quindi per l’intervento dell’esercito e per un unico modo di applicare le regole che non possono essere tassative solo quando si multa un commerciante per il dehor leggermente fuori dallo spazio, oppure perché si sfora la sosta a pagamento di pochi minuti». La richiesta di far intervenire l’esercito in supporto alle forze dell’ordine è arrivata dallo stesso Fabrizio Imerito che aggiunge: «L’amministrazione non si cura del bene della città». Piero Ferrero (PDL) ha invece parlato di «bilancio delle bugie e degli errori» riferendosi, in quest’ultimo caso, ai vari emendamenti presentati dal sindaco «per correggere i propri sbagli».

Invece, per quanto riguarda il resto del bilancio, Ferrero ha evidenziato gli scarsi investimenti sulle frazioni: «La cifra è passata da 1,5 milioni a 1.350.000 euro e scenderà ancora per le spese di progettazione, per la sicurezza, l’iva e poiché non hanno fatto fatto nulla fino ad oggi, si arriverà a dare alle ventine appena 20.000 euro annui». Il consigliere ha poi spezzato una lancia in favore dei dipendenti comunali, «perché gli errori riscontrati nelle pubblicazioni del bilancio non sono imputabili a loro; l’amministrazione avrebbe dovuto assumersi la responsabilità di quanto accaduto». Ferrero ha poi denunciato lo stato in cui versa il Pip di Quarto, «un cantiere, con tanto di segnaletica temporanea, abbandonato a se stesso, senza alcuna manutenzione, nonostante i proclami dell’assessore Parodi». Gianfranco Imerito (Lista Civica) è tornato alla carica sull’offerta e sulle tariffe, con almeno tre tipologie diverse, dei servizi a domanda individuale.

«La cosa più incredibile è che il sindaco non ha fatto parlare i suoi assessori, mentre io mi sarei aspettato una replica da parte dell’assessore allo sport. Per non parlare della palestra del Giobert, affittata dalla Provincia al Comune per 20.000 euro all’anno, ma per la quale il Comune incasserebbe, dal gestore, 4.140 euro al 30 giugno. Chi ha deciso questa formula? Perché l’attuale gestore non l’ha chiesta direttamente alla Provincia?» Imerito ha infine bacchettato la scelta dell’amministrazione di aver tenuto stretta la cinghia sulla cultura, ma anche sullo sport: «Dare ai servizi sociali va bene, ma la cultura e lo sport non sono essi stessi servizi sociali? Essere in salute e pagare le tasse è quasi una penalizzazione in questa città, quasi quasi conviene andare all’anagrafe e dichiararsi nomadi. Angela Quaglia (Forza Italia) ha ricordato la mancanza di interventi da parte degli assessori, «che non hanno ritenuto di dover prendere la parola, argomentare le scelte o motivare la ragione degli errori fatti, ma sono rimasti in un fragoroso silenzio».

«Io mi auguro che questa sofferenza finisca al più presto – commenta Quaglia – e sull’appalto perso dall’Asp nel Nord/Ovest Astigiano vorrei capire di più: l’assessore all’ambiente, presidente del CBRA (che ha indetto la gara ndr) ha spiegato che sarebbero stati i sindaci a chiedere la formula del massimo ribasso, ma io leggo sui giornali che avevano invece grossi dubbi. Non parliamo poi dei lavori nelle scuole, molti dei quali rinviati al 2017, senza dimenticare che non sono stati spesi 2.200.000 euro del PISU». La consigliera azzurra è poi tornata sul caso dell’inaugurazione di Palazzo Alfieri («il sindaco non mi ha ancora risposto, ma voglio sapere che è successo e se il presidente del Consiglio comunale era lì a rappresentare l’Ente»).

Quaglia ha ricordato alcuni emendamenti proposti dalla minoranza, poi accettati in fase di votazione: ripristino parziale del progetto città amica per rendere fruibili i bagni dei circoli a chiunque ne abbia la necessità, consegna alla mensa sociale della carne dei cinghiali uccisi dalle guardie venatorie, l’apertura di un capitolo per le pari opportunità e lo stanziamento di 50.000 euro per fronteggiare il disastr o idrogeologico nelle frazioni. Infine Giorgio Galvagno (Lista Civica) che, in un breve intervento, è tornato sulla questione sicurezza: «Noi non vogliamo l’occupazione militare della città, ma che i soldati siano un ausilio numerico alle forze dell’ordine. La sensazione che abbiamo è di una città non sicura».

r.s.

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