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Un debito da 13mila euroè quel che rimane della Fiera
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Un debito da 13mila euro
è quel che rimane della Fiera

Ammonta a 13.083,15 euro il debito che il Comune ha nei confronti della società "Aurum et Purpura", oggi messa in liquidazione dopo aver gestito per molti anni l'Enofila di corso Felice

Ammonta a 13.083,15 euro il debito che il Comune ha nei confronti della società "Aurum et Purpura", oggi messa in liquidazione dopo aver gestito per molti anni l'Enofila di corso Felice Cavallotti. Una cifra "ereditata" dopo le ultime disastrose edizioni della Fiera Città di Asti, del 2013 e 2014, organizzate dalla ditta CDM srl. La storia è nota: l'amministrazione aveva individuato nella CDM un nuovo partner con il quale rilanciare la storica manifestazione espositiva e commerciale (che ha superato il traguardo dei 60 anni).

Poi le due edizioni gestite da CDM si sono rivelate un flop senza precedenti e sulla fiera sembra essere calato un temporaneo stand by. Non così sui conti rimasti da pagare e che la CDM non risulta aver onorato nei confronti di Aurum et Purpura. Poiché il Comune era responsabile in solido con la ditta, tocca al Comune saldare il debito e versare alla società quanto dovuto. Una situazione che non piace ai consiglieri comunali di minoranza Angela Quaglia (Forza Italia) e Marcello Coppo (Fratelli d'Italia). La prima, in una lunga nota inviata ai giornali, ricorda la decadenza della fiera e gli errori commessi dall'attuale amministrazione sulla gestione della partita.

«Spiace sempre dire "noi lo avevamo detto!" ma certo siamo lontani anni luce da quando la Fiera Città di Asti costituiva un momento di festa (e di affari) per gli imprenditori locali e per i cittadini ?- commenta Quaglia – Le ultime edizioni, realizzate su precise indicazioni dell'assessore al commercio, hanno visto, una prima volta, una fiera che definire povera sarebbe un eufemismo: pochi stand, nessuna iniziativa collaterale, etc; e, nella seconda edizione, considerato il clamoroso flop di quella precedente, una situazione ancora più precaria, ma fortissimamente voluta dall'amministrazione nonostante tutti i pareri negativi degli esperti del settore. Quando il sindaco nuovo si era insediato aveva promesso un rilancio del commercio locale: – continua l'azzurra – come tante altre promesse anche questa è stata una foglia portata via dal vento. Perché, vista la pervicacia dell'assessore nel proporre una soluzione fieristica che si sapeva in partenza sarebbe stata un fallimento, le spese che la ditta organizzatrice non ha pagato, non le paga direttamente l'assessore? Perché tocca sempre ai cittadini pagare il conto?».

Marcello Coppo, in un'interpellanza al sindaco e all'assessore Cerrato, chiede di sapere se anche le fiere prima del 2013 prevedessero la responsabilità in solido del Comune per eventuali debiti accumulati e, nel caso non fosse così, «perché si sia ritenuto opportuno provvedere all'inserimento di una clausola così penalizzante per il Comune e chi sia l'ideatore di tale novità». Intanto, sulla futura edizione della Fiera di Asti, non si sa ancora molto. L'unica certezza è che non si svolgerà a maggio, e ancor meno all'Enofila, perché nel periodo tradizionalmente occupato dalla manifestazione ci sarà l'adunata nazionale degli alpini (che sembra occuperanno parte dell'edificio espositivo di corso Cavallotti). L'idea del sindaco sarebbe però quella di riportare la fiera in centro, rivedendola nei contenuti rispetto alle scorse edizioni.

Riccardo Santagati

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