Il direttore generale dell’Asl, Giovanni Gorgoni, ha presentato alla Regione un progetto di allestimento di un hospice, con una decina di posti letto, all’interno dell’ospedale Cardinal Massaia. La proposta nasce dalla volontà di fornire un’assistenza più adeguata ai pazienti in fase terminale e di razionalizzare la rete delle cure palliative a livello provinciale. Attualmente l’Asl dispone di 7 posti letto di hospice all’ospedale di Nizza che poi dovrebbero essere trasferiti nel nuovo presidio sanitario della Valle Belbo. Tuttavia il fabbisogno territoriale, secondo normativa, indicherebbe la necessità di 16-20 posti letto di hospice per servire al meglio una popolazione di circa 200.000 abitanti.
L’eventuale hospice in ospedale viene considerato transitorio e «meno peggio» rispetto all’attuale situazione in cui alcuni pazienti in fase terminale sono costretti a recarsi fuori provincia per ricevere le cure appropriate del fine vita. Infatti la filosofia dell’hospice è garantire una presa in carico vicino al domicilio del paziente così da consentire ai parenti di “accompagnarlo” nell’ultima fase della sua esistenza. L’hospice non è destinato esclusivamente a pazienti oncologici, ma anche a persone affette da malattie neurodegenerative, come la Sla e la Sma, che necessitano di cure palliative.
«L’hospice non è una fattispecie ospedaliera» rimarca il direttore generale evidenziando che «il luogo più consono per realizzarlo resterebbe l’ex Maternità». Ma qui entrano in gioco i fondi che dovrebbero essere reperiti dalla Regione per sistemare un secondo lotto dell’edificio. Nel frattempo, l’apertura dell’hospice al Massaia permetterebbe di accogliere pazienti che attualmente devono recarsi a Nizza o fuori dall’Astigiano, garantendo loro e alle famiglie una maggiore vicinanza e supporto.
Certo, l’ex Maternità, situata di fronte al parco Biberach e dotata di spazi verdi interni, è indicata come la sede più consona per l’hospice in quanto offre un ambiente più arioso e meno “ospedaliero”, favorevole al benessere dei pazienti. In passato si era anche pensato di crearlo nell’ex Casa di Riposo, ma non si andò oltre le parole.
Oggi lo scoglio più importante che il direttore generale Gorgoni vuole superare è proprio l’attivazione del servizio nel capoluogo, che manca, senza il quale ogni ulteriore ragionamento di dove posizionarlo in futuro si riduce a un mero esercizio dialettico. L’auspicio è che la Regione accolga positivamente la proposta dell’Asl, portando benefici significativi per i pazienti astigiani e per i loro parenti.
Una risposta
Bella idea ma l’ ospedale ha sempre bisogno di spazi, a cosa si rinuncerebbe per aprirlo?