Cambiare vita, partire all’avventura stipando in un camper tutto ciò che si ha di più prezioso e, dopo un viaggio attraverso l’Europa, ricostruirsi una vita (e una professione) in Svezia, nella piccola ma affascinante cittadina di Veinge. E’ ciò che hanno fatto gli astigiani Simone Moiso e Alberto Barban (insieme al loro cane Sansone), ex titolari dell’erboristeria “Il Pungitopo” di corso alla Vittoria, che a luglio hanno detto addio all’Italia senza sapere esattamente cosa sarebbe successo o dove sarebbero andati a vivere. «Due erano le mete che avevamo pensato: – racconta Simone in una videointervista su Skype – la Bretagna o la Svezia
Cambiare vita, partire all’avventura stipando in un camper tutto ciò che si ha di più prezioso e, dopo un viaggio attraverso l’Europa, ricostruirsi una vita (e una professione) in Svezia, nella piccola ma affascinante cittadina di Veinge. E’ ciò che hanno fatto gli astigiani Simone Moiso e Alberto Barban (insieme al loro cane Sansone), ex titolari dell’erboristeria “Il Pungitopo” di corso alla Vittoria, che a luglio hanno detto addio all’Italia senza sapere esattamente cosa sarebbe successo o dove sarebbero andati a vivere. «Due erano le mete che avevamo pensato: – racconta Simone in una videointervista su Skype – la Bretagna o la Svezia. Alla fine siamo giunti qui e confesso di essermi sentito subito a casa». Non Stoccolma, ma una piccola località nel sud ovest del Paese, Veinge, appartenente al Comune di Laholm che dista 15 minuti da Halmstad.
La lingua non è stata un problema perché in Svezia, prima ancora dello svedese, tutti parlano correttamente l’inglese. «Inoltre lo Stato organizza corsi gratuiti di svedese – spiegano Simone e Alberto – quindi ci sono tutte le possibilità di imparare la lingua ufficiale. Abbiamo ricevuto un’accoglienza molto calda, sono stati tutti gentili e cortesi e abbiamo instaurato un ottimo rapporto con i vicini». Simone e Alberto hanno scelto la Svezia anche perché, essendo compagni da molti anni, potranno costruire una famiglia, con diritti che in Italia non sono ancora previsti, e quindi ottenere un riconoscimento giuridico e sociale del loro rapporto. Iscritti all’ufficio del lavoro, presentata la domanda per ottenere l’indispensabile codice fiscale (non ancora concesso) per essere cittadini svedesi, per loro è stato indispensabile ripensare ad una professione. Il settore turistico, in particolare, è stata una scelta vincente perché tra l’Italia e la Svezia sta crescendo un rapporto reciproco di flussi e scambi interculturali. Ecco quindi l’idea di diventare “eco” guide turistiche per far scoprire agli italiani i bellissimi paesaggi del sud ovest della Svezia e, agli svedesi, il nord Italia puntando molto sul Monferrato e le colline patrimonio dell’Unesco. “Ciao Italia, Hej Sverige” è la start-up lanciata da Simone e Alberto, per ora su Facebook, prossimamente anche su un apposito sito. «Per gli svedesi, l’Italia è un posto meraviglioso dove si mangia e si beve molto bene, ma è anche un luogo dove c’è molta cultura, sebbene visitare musei non sia la priorità dei loro viaggi. Sono un popolo molto legato alla natura con cui hanno un rapporto di rispetto quasi religioso – continua Simone – Quindi i paesaggi dell’Italia, le colline, il buon cibo sono fortemente cercati e, durante i loro tour, non hanno alcuna fretta di muoversi da una parte all’altra per vedere più attrazioni possibili». Gli svedesi amano un turismo slow, sono mediamente disposti a spendere, ed ecco l’idea vincente di Simone e Alberto, creare rapporti turistici e culturali tra la Svezia e l’Italia, in primis l’Astigiano.
Simone ha già tenuto delle interessanti serate a tema, ad Asti, per far conoscere la Svezia e creare contatti con agenzia turistiche e tour operator. Intanto gli italiani stanno dimostrando sempre un maggiore interesse per la Svezia che va oltre alla capitale Stoccolma, pur molto visitata. «I viaggi turistici di gruppo che organizziamo qui in Svezia durano una settimana. In queste zone del sud ovest svedese proponiamo al viaggiatore di esplorare boschi e laghi tipicamente nordici, passare una giornata sulle lunghe spiagge da cui intravedere la costa danese, godere di passeggiate nei tipici villaggi di pescatori e di campagna e scoprire le grandi città come Malmö, Goteborg e Copenaghen. Se si ama la natura moltissimi sono i sentieri per perdersi intensamente in se stessi ritrovando un ritmo antico». Da notare che l’arrivo in aereo in Danimarca, a Copenaghen, consente ai turisti italiani di raggiungere il sud della Svezia in bus percorrendo l’Oresund Bridge che collega la capitale danese con la città svedese di Malmö. A maggio, Simone tornerà ad Asti per qualche giorno con l’intenzione di allargare i contatti interessati a collaborare con la sua start-up nell’ottica del turismo e degli scambi culturali italo-svedesi. Una curiosità: Halmstad e Asti hanno già stretto rapporti culturali molti simili ad un gemellaggio, in particolare con il liceo scientifico Vercelli. Incrementare questi rapporti, far conoscere l’Astigiano agli svedesi potrebbe essere strategico per il turismo ed è ciò che Simone e Alberto intendono perseguire, sperando di trovare negli enti locali astigiani interesse e collaborazione nell’ottica di portare avanti un progetto condiviso e vincente.
Il “call center” del popolo per chiedere informazioni
Abbiamo sentito molto spesso l’assessore al turismo di Asti, Andrea Cerrato, invitare i suoi concittadini ad essere ambasciatori della loro città e a promuoverla quando sono in giro per il mondo. In Svezia sono andati ben oltre al semplice passaparola. Di recente è stato inaugurato un servizio rivoluzionario che alcuni hanno già ribattezzato il “call center del Paese”, ovvero un numero telefonico, +46 771 793 336, che mette in contatto chi lo compone con uno svedese a caso tra quelli iscritti al servizio “The Swedish Number”. Già oltre tremila persone rispondono a quel numero, in inglese, per dare indicazioni di viaggio, suggerimenti sulle mete da visitare, consigli pratici per spostarsi con i mezzi pubblici, notizie su eventi e molto altro ancora. L’ufficio del turismo svedese non si aspettava certo un successo così clamoroso e l’idea sarà probabilmente esportata in altri Paesi. Gli svedesi, come confermato da Simone Moiso e Alberto Barban, parlano correttamente l’inglese e ciò facilita loro il compito di essere primi ambasciatori di se stessi, della loro cultura e del loro Paese.
Altra innegabile verità è che sono molto fieri della nazione in cui vivono, la conoscono e non si sognerebbero mai di parlarne male con uno straniero, cosa che non avviene in Italia perché siamo un popolo che si lamenta sovente, ma che non sa mettere da parte le polemiche interne quando si tratta di vendere “il prodotto Italia” all’estero. Con buona pace di quel patrimonio culturale e naturalistico, unico nel suo genere, che tutto il mondo ci invidia e che spinge anche gli svedesi a visitare con sempre maggore interesse il nostro Bel Paese.
Svezia-Italia: turismo in crescita e qualche gap
In un recente rapporto sui flussi turistici svedesi, stilato dall’Agenzia Nazionale del Turismo – Enit con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, si legge che gli svedesi sono “una tipologia di consumatori molto critica e selettiva, capace di scelte autonome ed altamente individuali, ed anche molto disponibile a nuove destinazioni ed alternative di viaggio. Grazie alla alta disponibilità di reddito medio, in generale il costo della vacanza non costituisce limite alla possibilità di viaggio per diverse classi di reddito”. Nel 2014, secondo le statistiche della Banca d’Italia, 489.000 sono stati gli arrivi degli svedesi in Italia e 2.832.000 le loro presenze, con una spesa turistica pari a 315.000.000 euro. “Gli scandinavi hanno un alto livello di conoscenza dell’Italia – continua il rapporto – e la trovano una destinazione molto attraente sia per esperienza personale, sia per l’immagine generale data dal Paese”. I turisti svedesi chiedono spesso vacanze correlate a percorsi ciclabili, escursionismo nella natura, trekking, giri in auto d’epoca e corsi di cucina. Nel rapporto si evidenziano anche le criticità che il sistema di accoglienza italiano mostra, almeno secondo gli svedesi: “standard dei servizi di una parte dell’offerta turistica italiana spesso non all’altezza degli standard internazionali. Poca conoscenza della lingua inglese. Gap di competitività con altre destinazioni per rapporto qualità/prezzo dell’offerta ricettiva, servizi e trasporti. Frammentazione della promozione turistica, in quanto spesso non vi è una regia comune per cui Regioni, Province ed Enti locali organizzano autonomamente iniziative promozionali in Svezia il cui impatto è comunque positivo, ma sarebbe certo di gran lunga maggiore con iniziative di sistema”. Da non sottovalutare l’importanza che riveste la tecnologia negli spostamenti degli svedesi: “Il 90% della popolazione svedese possiede un pc, tablet o smartphone con connessione ad internet e il 100% della popolazione tra 12 e 55 anni usa il computer ogni giorno”. Ciò rende strategico dotare Asti, le colline Unesco e tutte le realtà ricettive di adeguata copertura internet tramite wi-fi o altri sistemi di connessione, possibilmente gratuiti.
Riccardo Santagati