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Attualità
Bubbio

Un progetto di formazione con il robot “e.Do” a Bubbio

Insieme per l’iniziativa Comau, La Fabbrica, Eba, Comune, aziende e scuole del territorio

Incentivare lo studio attraverso la robotica; anzi, con un ben preciso robot, di nome “e.Do”, elemento centrale per un centro di formazione che si ambisce a far sorgere nell’ex Confraternita dei Battuti, a partire dalla collaborazione tra Comune e Comau (azienda leader nella robotica, gruppo Stellantis), La Fabbrica ed EBA, le aziende interessate e ovviamente gli istituti comprensivi del territorio. È questo l’innovativo progetto presentato venerdì.

«Da inaccessibili, come erano un tempo, i computer oggi sono ovunque – spiega Ezio Fregnan, direttore di Comau Academy&Education – Lo stesso vale per i robot, soprattutto se basta un tablet per fornire loro le istruzioni di base. Avendo a disposizione eDo, ci siamo detti: usiamolo come elemento per coinvolgere i più giovani». Che l’attrazione per la tecnologia sia molto diffusa, in particolare tra gli studenti è sotto gli occhi di tutti; forse oggi più che in passato, vista la disponibilità di periferiche potentissime a prezzi accessibili. Ma addirittura un robot? «Si chiama “eDo” perché il focus è sulla possibilità di “fare” – spiega Stefano Pesce, che ne svolge il ruolo di product manager – Composto di pezzi assemblabili, le prime istruzioni, molto semplici, possono essere attribuite via tablet tramite l’apposita app. Una volta compresa l’attitudine, si può passare a strumenti e linguaggi di programmazione in uso nell’industria, oppure sfruttare le sue potenzialità per la messa in pratica, e perciò un apprendimento migliore, delle materie STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica)».

Un robot come stimolo per portare un po’ più lontano le giovani menti del territorio, insomma. Prosegue Fregnan: «Con il centro vogliamo offrire un’esperienza unica che lasci il segno, perché i ragazzi hanno bisogno di innamorarsi di cose belle. Così facendo, inoltre, li si conduce alla cultura del lavoro richiesta dall’industria 4.0». Partner decisivo, La Fabbrica, presente Daniele Tranchini: «Come azienda specializzata ci occupiamo da 35 anni di progetti per le scuole ogni ordine grado, supportando il docente, che è al centro. Abbiamo già preso contatto con gli istituti di 3 province».

Particolarmente soddisfatto il sindaco di Bubbio, Stefano Reggio: il paese può diventare riferimento tecnologico per più vallate: «Ringrazio Fabrizio Iaconetti, docente Bocconi, con cui intraprendiamo un percorso di valorizzazione del territorio. Come Comune mettiamo un supporto anche economico, nell’auspicio di essere supportati dalle aziende della zona». La tecnologia, insomma, può non essere appannaggio esclusivo delle grandi città; ed esperti di origine locale possono diventare “modelli accessibili” per gli studenti. È tale, originario di Morsasco, l’ingegnere ventisettenne Stefano Pesce: «Dopo aver studiato ad Acqui Terme, al Liceo Parodi, mi sono laureato in Ingegneria Elettronica, e poi Meccatronica, al Politecnico di Torino. Per primo sarò felice se il progetto contribuirà a stimolare la curiosità dalle nostre parti».

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