Nei giorni scorsi, nella sede alicese, l’inaugurazione di nuove linee produttive. «Ultimo passo di una costante tensione verso l’aggiornamento della lavorazione delle uve – ha dichiarato il presidente Paolo Ricagno – È la dimostrazione che il mondo della cooperazione può e deve stare al passo con le innovazioni e con un mondo enologico che, oggi più che mani, è in continua evoluzione. Restare indietro equivale a fermarsi e noi, piemontesi e italiani, non ce lo possiamo permettere». La nuova dotazione è destinata soprattutto alla produzione di mosto per Asti Spumante e Moscato d’Asti: due celle frigorifere che possono contenere, a temperatura sotto lo zero, 40 mila ettolitri di prodotto (che portano la capacità totale di stoccaggio termo-controllato a 170 mila ettolitri) e macchinari in grado lavorare 300 quintali l’ora di uva per una prima sanificazione dei grappoli e in grado di avviare 7 mila quintali giornalieri di uva alla pigiatura e allo stoccaggio portando, in 24 ore, il prodotto da +28 gradi a -2 gradi centigradi. «Una catena del freddo efficiente, veloce e tecnologicamente avanzata, conserva le caratteristiche organolettiche delle uve» conclude Ricagno.