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Una lapide sul muro, così finiscela battaglia di Vallemanina
Attualità

Una lapide sul muro, così finisce
la battaglia di Vallemanina

Vent’anni dopo la chiusura della discarica di Vallemanina, il Comitato Popolazioni Asti Nord Ovest ha terminato ieri la sua attività e lo ha fatto ponendo una targa sulla facciata del Circolo

Vent’anni dopo la chiusura della discarica di Vallemanina, il Comitato Popolazioni Asti Nord Ovest ha terminato ieri la sua attività e lo ha fatto ponendo una targa sulla facciata del Circolo Parrocchiale a Valleandona. Per ricordare l’impegno della gente delle vallate per la tutela del territorio è stata anche inaugurata una mostra fotografica a cura di Palmo Musso. Oltre duecento i valligiani presenti a ricordare il periodo delle “mani sulla città”. Perchè la storia, alla fine, era questa. C’è chi ne ha pagato lo scotto e chi invece dopo aver lottato con tutte le sue forze ha deciso che è ora di dimenticare.
O meglio di ricordare quell’errore. In modo diverso. Con una targa che è quasi un disegno di tutte quelle facce che allora ci sono state. E di quel titolo di giornale tremendo: “Il ciclone delle tangenti ripassa da Asti”, che allora ha svegliato un’intera città dal torpore.

Sono passati vent’anni e restano solo le immagini. «Abbiamo pensato – racconta Walter Prigione – che fosse un buon modo per ricordare chi ha partecipato a tutta la storia. Dell’inquinamento a Vallemanina, la mala gestione e le lotte. Che in un certo momento sono state molto partecipate. Di fatto bisognava anche farlo prima ma abbiamo aspettato che arrivassero i vent’anni. All’epoca bastava ascoltare un po’ di più la gente. Quando ci sono malcontenti a volte basta avere la volontà di ascoltare».

Il movimento era nato a fine Anni Ottanta con il primo comitato di salvaguardia e a inizio Anni Novanta ha cambiato nome a seguito di una partecipazione più larga. «Nei consigli di circoscrizione le segnalazioni che qualcosa non andasse – continua Prigione – ci sono state anche molto prima. Sicuramente già da metà Anni Ottanta i problemi di inquinamento delle falde e i divieti d’uso erano ben conosciuti. Davvero la cosa più strana e che non mi sono mai spiegato è stata la scelta di mettere insieme una riserva naturale e una gestione dei rifiuti, peraltro fatta male». Questa storia che è arrivata ad avere anche un rilievo nazionale ad Asti è però sempre stata relegata in una piccola zona. Visto che c’è gente ancora oggi convinta che i rifiuti vadano a Vallemanina. «Forse tutto sommato – chiude Prigione –  questo è un bene. Vuol dire che dove vanno adesso i rifiuti non ci sono stati problemi gravi. C’è stato un grande miglioramento nella gestione dei rifiuti. Ho ancora negli occhi l’immagine della puntata di Ambiente Italia fatta all’epoca con un continuo ping pong tra Vallemanina e i rifiuti di Napoli. Uno dei momenti più bassi della città».

Lodovico Pavese

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