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Uniti si può e Avs contro il blocco diesel Euro 5 che grava sulle famiglie: «Ingiusto e senza alternative»

I consiglieri Briccarello e Bosia vanno all’attacco: «Nessuna campagna capillare, nessun coinvolgimento delle comunità locali, nessuna comunicazione chiara su tempistiche, alternative e conseguenze»

Il divieto di circolazione per i veicoli diesel Euro 5, previsto in Piemonte a partire dal 1° ottobre di quest’anno, sta generando forte preoccupazione e critiche aspre da parte di forze politiche di opposizione, tra cui i consiglieri comunali di Uniti si può, Vittoria Briccarello e Mauro Bosia, e la consigliera regionale di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), Alice Ravinale. La misura, che interesserà i capoluoghi di provincia e i comuni con più di 30.000 abitanti, tra cui Asti, è parte dei piani per la qualità dell’aria imposti alle regioni del Bacino Padano dopo una proroga concessa nel 2023.

Secondo i consiglieri astigiani di Uniti si può, sebbene la decisione sia motivata da intenti legati alla sostenibilità ambientale, la modalità con cui è stata attuata «la rende profondamente ingiusta». Sostengono che gli enti pubblici, come il Comune e la Regione, debbano fare la loro parte senza far gravare interamente il peso sulle spalle dei cittadini. La critica principale di Uniti si può si concentra sulla mancanza di un’adeguata informativa ai cittadini negli oltre due anni trascorsi dalla proroga.

«Nessuna campagna capillare, nessun coinvolgimento delle comunità locali, nessuna comunicazione chiara su tempistiche, alternative e conseguenze – osservano Briccarello e Bosia – Molte famiglie scoprono solo ora che il proprio mezzo, spesso l’unico disponibile per lavoro, scuola o esigenze sanitarie, sarà presto inutilizzabile, senza possibilità di deroga o soluzioni accessibili. Ancora più grave è la totale assenza di facilitazioni concrete per accompagnare questa transizione. Nessun serio piano di incentivi economici, rottamazioni (250 euro una tantum o il bonus di 100 euro tpl per i possessori) in Piemonte a differenza delle altre regioni, e zero idee sul potenziamento del trasporto pubblico. Gli orari di autobus e le linee sono immobili da anni, nessun parcheggio scambiatore, nessuna piantumazione seria per migliorare la qualità dell’aria, addirittura la nostra amministrazione è assente dai tavoli di lavoro intra regionali sulle nuove tratte ferroviarie».

Uniti si può definisce questa politica ambientale, che scarica il peso solo sui cittadini meno abbienti senza offrire alternative reali, come miope. La transizione ecologica, secondo i consiglieri, non deve essere un privilegio per pochi, ma un diritto per tutti. La tutela dell’ambiente, affermano, «fallisce quando non è condivisa e non può essere perseguita tramite decisioni unilaterali che colpiscono le fasce più fragili della popolazione, generando malcontento e rabbia; si chiede giustizia ambientale, non imposizione».

A livello locale viene inoltre criticata la scelta, da parte dell’amministrazione Rasero, «di continuare a consumare suolo in residenziale tramite varianti urbanistiche, in contraddizione con i piani sottoscritti (come il Paesc) che parlano di trasporto sostenibile e meno veicoli privati». Sulla stessa linea critica si pone la consigliera regionale di Avs, Alice Ravinale. La stessa sottolinea il “pasticcio” dei diesel Euro 5, ricordando che la Giunta Cirio prima ha disposto il blocco, poi ha ottenuto una proroga di due anni nel 2023, e ora – a ridosso della nuova scadenza del 1° ottobre 2025 – «sta studiando soluzioni alternative» mentre si preannunciano disagi per quasi 300mila piemontesi.

Dal canto suo la Regione, tramite l’assessore Marnati, dichiara di essere al lavoro con le altre regioni del Bacino padano e il governo per definire misure scientifiche in grado di compensare la limitazione al traffico e migliorare la qualità dell’aria con alternative al blocco.

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