Rimaniamo allibiti di fronte al verbale erogato ad Alice Sotero perché ha transitato con il passeggino nel campo di atletica comunale di Asti.
Rimaniamo allibiti perché mai avremmo potuto immaginare una città tanto restia alla parità di genere da effettuare una sanzione che contiene all’interno tutto il pregiudizio e la discriminazione che può esserci nei confronti di chi legittimamente sceglie di lavorare e prendersi cura dei propri figli.
Non dobbiamo cadere nell’errore di credere che si parli solo di una ‘gaffe’ né di dare le responsabilità alla ditta di vigilanza, che ha messo in atto un regolamento discriminatorio. Siamo di fronte infatti a un atteggiamento sistematico della società in cui viviamo, rinvigorito da una normativa che equipara bici, monopattini e passeggini. Il passeggino non è una bici né un monopattino. È un passeggino, strumento necessario alla genitorialità.
Viviamo in una società in cui ancora essere madre (o essere genitore, ruolo che abitualmente ricade sulle donne) e continuare la propria carriera professionale e lavorativa è impossibile. Per renderlo possibile non serve puntare il dito sul singolo di turno che la cambierà, ma solo cambiare nel profondo le istituzioni che troppo spesso voltano la testa.
Occorre qui facilitare la genitorialità davvero e non perdersi dietro cavilli che non tengono contro della vita reale delle persone.
È davvero questa la città che vogliamo essere?
I consiglieri Vittoria Briccarello e Mauro Bosia di Uniti si può