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Urbanistica pubblica: «In Piemonte una forte spinta bipartisan per decretarne la fine»

I segretari regionale e astigiano di Rifondazione Comunista intervengono per mettere in guardia da scelte politiche sulla «rigenerazione urbana disegnata dalla mano degli interessi privati»

Dopo il clamore dello scandalo dell’urbanistica milanese ci saremmo aspettati almeno una pausa di riflessione sul versante piemontese. Ci sbagliavamo e di grosso. L’attacco all’urbanistica pubblica non è mai cessato e sta subendo ora una nuova accelerazione. Da una parte la Regione di centrodestra, che spinge per demolire quel che resta della legge Astengo del 1977 con il suo corredo di tutela pubblica, dall’altra il comune di Torino, di centrosinistra, che vuole di più da Cirio per disegnare il proprio Piano regolatore senza gli intoppi di un doppio passaggio in conferenza di pianificazione. Siamo di fronte a una pessima ed evidente convergenza bipartisan, incredibile per tenacia dopo i fatti milanesi, che, al netto delle implicazioni giudiziarie, sono negativi per la cultura e la pratica che istituiscono.

Si corre dunque, visto che nei prossimi giorni sono già previste audizioni in Regione. La logica che è sottesa a tutta questa operazione si presenta come semplificatoria in nome di una rigenerazione fisica delle città per salvare il territorio, ma in realtà è la loro trasformazione radicale anche attraverso un incredibile bonus alle attività private, verso i grandi interventi edilizi considerati elemento per il benessere collettivo; si raschia il fondo dei bonus europei per premiare i privati.

Al centro, ancora e sempre, deve stare un certo tipo di crescita stabilendo dei nuovi standard entro cui orientarla. Ci saranno certo e saranno salvi, nelle intenzioni di chi promuove questa sciagura, nuovi principi di legge, nuovi standard che però saranno inevitabilmente più bassi e anche dal punto di vista del ritorno economico per gli enti locali segneranno un brusco arretramento. Noi siamo consapevoli che tutto ciò sta segnando, con responsabilità bipartisan, la fine dell’urbanistica pubblica in nome di una rigenerazione urbana disegnata dalla mano degli interessi privati.

È del tutto evidente che siamo ad un passo dalla vanificazione definitiva dei valori urbani ed identitari delle città. È una politica perniciosa che dura da anni, ma non bisogna arrendersi neanche di fronte alla sfacciataggine di chi fa finta di non vedere ciò che la Lombardia proietta sul nostro territorio. Siamo sicuri che molte associazioni stiano già organizzando la loro risposta in vista delle audizioni in Regione, si tratta di non lasciarle sole e di rivendicare spazi pubblici e democratici in cui ripensare città e territori.

Alberto Deambrogio, segretario regionale del Partito Rifondazione Comunista per il Piemonte e la VdA

Gianmarco Coppo – segretario federale del PRC di Asti

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